La Nuova Sardegna

«Serve un marchio che ci tuteli»

L’esperto: la Spagna impone prezzi bassi, i nostri oli Dop non possono competere

12 gennaio 2014
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ORISTANO. Pier Paolo Arca, capo panel e presidente della giuria del Premio nazionale per l’extravergine di oliva “Montiferru”, snocciola numeri sulla produzione olivicola 2013 che definire disastrosi è un eufemismo. Le cifre, tutte negative (esclusa la qualità: ottima) se confrontate con quelle relative al 2012, dicono che quest’anno in Sardegna c’è pochissimo olio.

«Negli ultimi anni è in atto un processo di diversificazione delle produzioni che sta privilegiando gli oli Dop della Sardegna, Biologico e Monocultivar – dice Arca -. Tuttavia, reggere il confronto con altri mercati, dove la produzione è notevolmente superiore, per noi, in mancanza di normative che tutelino maggiormente la qualità del nostro prodotto, diventa molto difficile. Se a questo aggiungiamo che l’annata appena conclusa è stata disastrosa, si capisce subito che i problemi per produttori e operatori del settore, che hanno subito un elevato danno economico, sono notevolissimi».

La Spagna, che ha incrementato la sua produzione rispetto al 2012, oggi è in grado di determinare il prezzo di mercato dell’olio (circa 2,5 euro per chilo). Un prezzo che per i nostri produttori è impossibile da praticare visto che per la sola produzione spendono non meno di 6 euro. «È vero – dice Arca –. Il problema è che sarebbe necessaria una maggiore tutela dell’extravergine. Invece oggi sul mercato c’è un marasma di oli che non consentono al consumatore di orientarsi al meglio nella scelta del prodotto. Tutto questo non aiuta certo chi opera sul campo per preparare un extravergine di alta qualità. Esiste una proposta di legge per l’istituzione del marchio di “Olio extravergine di oliva-alta qualità”, ma al momento si tratta solo di una proposta». (pi.maro)

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