Riotta: «Cerco le radici del nostro presente»
Da oggi sul canale 54 del digitale terrestre il giornalista condurrà la nuova serie di “Ecco la Storia”
ROMA. «Non esiste un passato chiuso nel passato, né un presente o un futuro che guardano solo a se stessi. C'è uno scorrere fluido e la storia non finisce mai. Il nostro obiettivo quindi è andare a cercare le radici lontane dei problemi di oggi, senza pregiudizi». Gianni Riotta presenta così «Eco della Storia», la nuova serie del programma di Rai Educational che è stato chiamato a condurre con il compito di guidare il dibattito dedicato ai grandi temi ancora aperti del passato, per capire e comprendere meglio la contemporaneità. Dodici puntate in prima serata su Rai Storia (canali 54 del digitale terrestre e 23 di TvSat) da oggi.
«In un momento in cui il mondo cambia vorticosamente - afferma il giornalista ed ex direttore del Tg1 -, sembra che tutto stia nascendo oggi. Ma non è così. Molti dei problemi, delle situazioni attuali hanno radici lontane: gli attriti e i conflitti in Medio Oriente o nei Balcani, ad esempio, erano già tutti innescati dopo la fine della prima guerra mondiale, la crisi economica dell'Italia ha origine nella sua struttura industriale e già alla metà degli anni Sessanta - come dimostra un'intervista a Eugenio Scalfari - si affrontava la crisi dell'editoria. Ben prima dell'avvento di internet. Andare a cercare le radici, dunque, è quello che faremo».
Ogni domenica Riotta ospiterà in studio storici, editorialisti, esperti e testimoni che dibatteranno su un tema per captarne «l'eco storica» e riflettere sulle connessioni tra passato, presente e futuro. Si partirà dalla puntata sulle «Intercettazioni», con il ministro della Difesa Mario Mauro e Stefano Dambruoso, per accorgersi che Assange e Wikileaks hanno precedenti che arrivano da lontano: dalle spie dell'Ovra fascista al caso Enigma nella II Guerra Mondiale al Watergate.
«Uno dei problemi gravi che abbiamo è pensare che il passato sia bello e sia qualcosa da preservare, mentre il futuro sia invece qualcosa da temere. Noi proporremo un'analisi attenta anche attraverso filmati storici». E ci sarà spazio anche una puntata dedicata al cinema (il 9 febbraio) perché «non è solo arte, ma definisce il nostro presente, come ha fatto ad esempio la “Dolce vita”, con Fellini che riuscì a cogliere lo spirito del tempo. Anche la cultura serve per raccontare la storia, che non è solo battaglie e guerre ma tante altre cose».