La Nuova Sardegna

Riotta: «Cerco le radici del nostro presente»

Da oggi sul canale 54 del digitale terrestre il giornalista condurrà la nuova serie di “Ecco la Storia”

11 gennaio 2014
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ROMA. «Non esiste un passato chiuso nel passato, né un presente o un futuro che guardano solo a se stessi. C'è uno scorrere fluido e la storia non finisce mai. Il nostro obiettivo quindi è andare a cercare le radici lontane dei problemi di oggi, senza pregiudizi». Gianni Riotta presenta così «Eco della Storia», la nuova serie del programma di Rai Educational che è stato chiamato a condurre con il compito di guidare il dibattito dedicato ai grandi temi ancora aperti del passato, per capire e comprendere meglio la contemporaneità. Dodici puntate in prima serata su Rai Storia (canali 54 del digitale terrestre e 23 di TvSat) da oggi.

«In un momento in cui il mondo cambia vorticosamente - afferma il giornalista ed ex direttore del Tg1 -, sembra che tutto stia nascendo oggi. Ma non è così. Molti dei problemi, delle situazioni attuali hanno radici lontane: gli attriti e i conflitti in Medio Oriente o nei Balcani, ad esempio, erano già tutti innescati dopo la fine della prima guerra mondiale, la crisi economica dell'Italia ha origine nella sua struttura industriale e già alla metà degli anni Sessanta - come dimostra un'intervista a Eugenio Scalfari - si affrontava la crisi dell'editoria. Ben prima dell'avvento di internet. Andare a cercare le radici, dunque, è quello che faremo».

Ogni domenica Riotta ospiterà in studio storici, editorialisti, esperti e testimoni che dibatteranno su un tema per captarne «l'eco storica» e riflettere sulle connessioni tra passato, presente e futuro. Si partirà dalla puntata sulle «Intercettazioni», con il ministro della Difesa Mario Mauro e Stefano Dambruoso, per accorgersi che Assange e Wikileaks hanno precedenti che arrivano da lontano: dalle spie dell'Ovra fascista al caso Enigma nella II Guerra Mondiale al Watergate.

«Uno dei problemi gravi che abbiamo è pensare che il passato sia bello e sia qualcosa da preservare, mentre il futuro sia invece qualcosa da temere. Noi proporremo un'analisi attenta anche attraverso filmati storici». E ci sarà spazio anche una puntata dedicata al cinema (il 9 febbraio) perché «non è solo arte, ma definisce il nostro presente, come ha fatto ad esempio la “Dolce vita”, con Fellini che riuscì a cogliere lo spirito del tempo. Anche la cultura serve per raccontare la storia, che non è solo battaglie e guerre ma tante altre cose».

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