La Nuova Sardegna

L’abisso criminale in cui è caduta l’Italia intera

di Anna Sanna
L’abisso criminale in cui è caduta l’Italia intera

Bonini e il suo nuovo libro nell’appuntamento conclusivo di “Florinas in giallo” Spazio anche al dibattito sul femminicidio e ai drink preferiti dagli eroi del noir

29 ottobre 2013
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SASSARI. L’abisso criminale della Roma dei nostri giorni in un’Italia che ha smarrito il senso di sé. La Capitale come fotografia del Paese, raccontata dallo sguardo oggettivo di un giornalista e di un magistrato-scrittore. “Suburra” (Einaudi, 481 pagine, 19,50 euro) l’ultimo romanzo scritto da Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, è stato il punto di partenza per parlare dell’Italia di oggi a Florinas nell’ultima giornata del festival “Florinas in giallo”. Ospite d’eccezione la nota firma di Repubblica, già autore del fortunato “Acab” e di importanti inchieste giornalistiche spesso condotte a fianco di Giuseppe D’Avanzo. Bonini, intervistato dalla “voce” di Radio Tre Giorgio Zanchini, ha parlato del suo ultimo lavoro scritto a quattro mani con l’autore di “Romanzo criminale”.

Protagonista una Roma contemporanea dove la Banda della Magliana e figure come il Libanese e il Dandi appartengono al passato. Loro erede è il Samurai, leader di una capitale in cui si muovono escort, fiumi di coca, alti prelati e politici corrotti. E aleggia l’ombra di una gigantesca speculazione edilizia che seppellirà sotto il cemento le periferie Est e Sud della città. «Quando abbiamo iniziato a lavorare a “Suburra” la cosa sui cui De Cataldo e io eravamo d’accordo è che la Roma di oggi non aveva più nulla dell’epica di “Romanzo criminale” – ha spiegato Bonini – Lì si raccontava una città e un’Italia per certi aspetti più buia e cupa, ma che non aveva smarrito il senso si sé. Un paese diviso, in cui si sparava per ragioni politiche, ma dove persino la dimensione criminale coltivava un progetto. Oggi invece il nichilismo profondo della Roma criminale è mutuato da quello che attraversa fasce di popolazione che sono o si ritengono per bene. Perché anche la borghesia romana, quella dei terrazzi e dei salotti di sinistra, e quella di destra, chiassosa e arrogante, in parte ha perso il senso di sé».

In “Suburra” l’elemento noir diventa un espediente per filtrare attraverso le lenti della narrazione gli echi dell’Italia contemporanea: gli scandali sessuali, il grillismo, l’intreccio politica-affari, la caduta di Berlusconi. Contaminata da questa “malattia” che è l’assenza di uno scopo, di un progetto, anche la borghesia del Paese. «Il dramma della borghesia di sinistra a Roma è che a un certo punto smette di coltivare l’idea di un'altra città possibile, un altro modo di fare politica, intendere e vivere la città – ha detto Bonini – si trincera nei terrazzi convinta di essere antropologicamente diversa dagli altri. Si è confinata in una torre eburnea consumandosi e diventando irrilevante per la collettività. Quando nel 2008 Alemanno vinse le elezioni, io non rimasi affatto stupito perché c’erano tutte le avvisaglie». A Florinas sono stati tanti altri gli ospiti dell’ultima giornata del festival, organizzato dal Comune di Florinas con la direzione artistica del Collettivo Giallo Acido e la collaborazione della Ragazze Terribili e della Libreria Azuni.

Di femminicidio e di violenza sulle donne si è parlato nell’incontro tra Bibiana Pala, vice Questore aggiunto di Sassari, e la giornalista della Nuova Sardegna Daniela Scano. Giornalisti e investigatori sono entrambi a contatto con casi drammatici che al di là dei numeri allarmanti sono nomi, volti, storie. Donne come Monica Moretti, la dottoressa uccisa a Sassari nel 2002 da uno stalker, o Alina Cossu, la giovane uccisa anni fa a Porto Torres. O ancora le tante donne che chiedono aiuto alle forze dell’ordine per scampare alla violenza dei compagni. Il giallo al femminile, tema di questa quarta edizione del festival, è stato poi al centro degli incontri con due scrittrici: la catalana Teresa Solana, intervistata dalla giornalista Paola Pilia, che racconta Barcellona nei suoi noir editi da Sellerio, e Margherita Oggero, insegnante e scrittrice, autrice dei racconti che hanno ispirati la fiction “Provaci ancora prof”, intervistata da Sandro Capitani.

Nella tarda mattinata di domenica una parentesi più leggera: “Il drink del noir”. Ovvero che cosa si beve nei romanzi gialli, noir e polizieschi in genere? Lo ha svelato il giornalista Pasquale Porcu (con l’aiuto dell’attrice Maria Antonietta Azzu e il barman Michele Manca)che ha fatto un excursus sui tic alcolici degli investigatori. A partire dai classici del giallo made in Usa ( bourbon di pessima qualità). Fino ai gusti contadini del commissario Maigret: birra al bistrot, qualche bicchiere di sidro di Calvados. I più esperti e raffinati sono, come si sa, i giallisti mediterranei; lo spagnolo Vasquez Montalban e il suo Pepe Carvalho e il provenzale Jean Claude Izzo. Finale a sorpresa con offerta di Martini Vodka alla maniera di James Bond: sia agitato che mescolato.

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