La Nuova Sardegna

L’Ato diffida Abbanoa: no agli slacci fuorilegge

di Mauro Lissia
L’Ato diffida Abbanoa: no agli slacci fuorilegge

«Prima va tentata la conciliazione»: l’Autorità d’ambito si schiera con gli utenti La nota inviata anche alla Procura. A sollevare il caso era stata l’Adiconsum

12 settembre 2013
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CAGLIARI. Centinaia di utenti ricorrono contro le bollette, chiedono di negoziare un accordo ma Abbanoa continua a usare la scure: taglio immediato del servizio, famiglie e imprese senz’acqua malgrado gli errori colossali nei calcoli, spesso anche sugli indirizzi dei destinatari, commessi da una gestione del servizio idrico che naviga a vista in un mare agitato da inchieste giudiziarie e cause civili. Ora, dopo un letargo durato anni, sembra svegliarsi anche l’Autorità d’ambito (Ato): il primo passo è una diffida dai toni essenziali inviata il 10 settembre scorso alla direzione generale di Abbanoa, in cui si invita la società a «rendere operativo» il servizio di conciliazione che dovrebbe essere in funzione dal 18 luglio e a «fornire chiarimenti in merito». La nota, che suona come una messa in mora, è curiosamente indirizzata anche alle procure della Repubblica di Cagliari e di Oristano, oltre che ai vertici della Regione e alle varie autorità garanti per l’energia. Un modo per far capire al direttore generale Sandro Murtas che i tempi sono cambiati e che dopo l’iniziativa della magistratura cagliaritana nessuno ha più voglia di seguire Abbanoa su percorsi amministrativi e di gestione considerati impervi.

L’origine del clamoroso richiamo inviato dalla gestione commissariale dell’Autorità d’ambito è la protesta incessante dell’associazione Adiconsum, segnalazioni su segnalazioni di utenti morosi minacciati di trovarsi senz’acqua: molti di questi, secondo Adiconsum, sarebbero in regola, altri hanno annunciato o presentato ricorsi, altri ancora hanno chiesto di aderire alla procedura conciliativa prevista dal protocollo del 3 dicembre 2008, in base al quale in caso di contestazione di una fattura Abbanoa deve rispondere esaustivamente e subito al reclamo oppure avviare la procedura di conciliazione. Procedura che - secondo Adiconsum, che ha documentato ampiamente le proprie denunce - verrebbe allegramente saltata per andare direttamente allo slaccio del contatore. Di più: l’ufficio per le conciliazioni di cui era stata assicurata l’apertura per l’estate, è ancora inattivo. Come dire che gli utenti colpiti dalle «sanzioni» di Abbanoa non sanno a chi rivolgersi per arrivare a una soluzione bonaria della controversia. Di certo è una situazione che non può sorprendere: sono stati il revisore legale e il collegio dei sindaci a denunciare nelle loro relazioni l’incredibile caos in cui versa da anni la gestione del servizio idrico sardo, tra intoppi amministrativi e problemi finanziari che hanno condotto a un disavanzo stimato di 800 milioni di euro. Una situazione che dopo la prima fase delle indagini, esaurita tra giugno e luglio, la Procura si appresta ad approfondire con nuove audizioni di persone informate sui fatti. I documenti e gli atti amministrativi acquisiti a luglio sono all’esame della polizia giudiziaria, l’impressione diffusa è che il fascicolo aperto contro ignoti su ipotesi di peculato e falso possa presto arricchirsi con iscrizioni eccellenti al registro degli indagati. All’attenzione del pm Giangiacomo Pilia sono le scelte amministrative finite sotto la lente degli organismi di controllo interni, fra queste l’uso di finanziamenti regionali destinati a infrastrutture per le spese correnti, tra dati contabili introvabili o incomprensibili, consulenze milionarie a studi legali e un’organizzazione degli uffici che, è il caso di dirlo, sembra fare acqua da tutte le parti.

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