La Nuova Sardegna

Dualismo tra cuore e ragione? La risposta di Giuseppe Pulina

di Vanni Lai
Dualismo tra cuore e ragione? La risposta di Giuseppe Pulina

Il 2013 dell'editoria italiana sembra essere proprio l'anno del cuore. Se n'è avuta una conferma al Salone del libro di Torino, dove gli editori hanno quasi fatto a gara nel dare alle stampe "Cuore...

04 settembre 2013
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Il 2013 dell'editoria italiana sembra essere proprio l'anno del cuore. Se n'è avuta una conferma al Salone del libro di Torino, dove gli editori hanno quasi fatto a gara nel dare alle stampe "Cuore di tenebra" di Conrad, un classico della letteratura inglese, fonte di mille ispirazioni non solo per il Coppola di "ApocalypseNow". Di cuore parla anche l'ultimo saggio di filosofia di Giuseppe Pulina, sassarese, insegnante di filosofia presso il liceo "Dettori" di Tempio Pausania, collaboratore della Nuova e direttore della rivista "MnemeAmmentos" dell'Istituto Euromediterraneo. Intitolato "Rigorcordis - Per una filosofia del cuore", il libro costituisce uno dei prodotti di punta del catalogo 2013 dell'editore aretino Zona, con il quale Pulinaha già dato alle stampe due saggi su Edith Stein e Franco Battiato. Valore aggiunto dell'ultimo lavoro sono le illustrazioni di Marco Lodola, artista italiano tra i più apprezzati della scena contemporanea, che ha realizzato sette disegni ispirati ai venti capitoletti in cui, secondo una distribuzione ordinata per atrii e ventricoli, è strutturato il libro. In "Rigorcordis", Pulina s'interroga sulla vera natura del cuore, prendendo in esame anche l'esperienza di trapiantato che il filosofo francese Jean-Luc Nancy ha vissuto e raccontato. Interrogandosi e rivolgendo, nello stesso tempo, la domanda al lettore, Pulina si chiede se siamo proprio sicuri che cuore e ragione siano necessariamente due forze contrarie e contrapposte. L'idea dell'autore è che tra queste due facoltà si debba piuttosto instaurare un salutare agonismo. Uno sterile antagonismo renderebbe difficilmente un buon servizio alla causa della filosofia. L'autore prende però partito per il cuore, schierandosi dalla sua parte, ma, non per questo, andando contra rationem.

Il cuore di cui parla Pulina è, inoltre, organo ben diverso dall'ordigno meccanico di cui, nel '600, parlava lo scienziato inglese William Harvey, che, nel "De motucordis", rese pubblica la straordinaria scoperta della circolazione sanguigna. Sottratto all'angusta funzione di semplice esecutore meccanico di processi puramente ed esclusivamente fisiologici, seguendo una via in parte già battuta dalla filosofa spagnola Maria Zambrano, il cuore diventa metafora ed espressione di un rigenerante modo di vivere e pensare la vita. Vengono così battuti in breccia i tanti luoghi comuni che accompagnano e fondano una certa idea del cuore nell'immaginario collettivo e che rischiano di fare di quest'organo il succedaneo di un'esistenza dotata di un senso sempre più debole e precario. Una prova verrebbe anche dal recente passato. Richiamando e sviluppando una tesi di James Hillman,Pulina ritiene che l'abominevole macchina dellamorte di Auschwitz può trovare una sua, per quanto insufficiente, spiegazione solo in un cedimento del cuore che, depotenziandosi, avrebbe armato la mano del boia nazista. «L'associazione tra Auschwitz e l'eclissi epocale del cuore - scrive Pulina - può sembrare solo in apparenza il frutto di una forzatura ad effetto».

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