La Nuova Sardegna

Omofobia a Sassari, pestati dal branco: «Odiamo i gay»

di Gianni Bazzoni
Omofobia a Sassari, pestati dal branco: «Odiamo i gay»

Due trentenni picchiati selvaggiamente da un gruppo di ragazzi in piazza Tola: uno è ancora ricoverato in ospedale

30 luglio 2013
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SASSARI. Pestati selvaggiamente da un “branco” di giovanissimi (tra i 17 e i 20 anni) che mentre picchiavano senza pietà hanno anche urlato frasi contro gli omosessuali e i negri. Drammatica avventura per due giovani sassaresi di 34 anni che - nella notte tra sabato e domenica - sono stati circondati senza alcun motivo da una banda che cercava solo qualcuno su cui scaricare una violenza inaudita. Il ferito più grave è ancora ricoverato in ospedale con un trauma cranico e facciale, l’altro ha avuto 15 giorni di cure e ieri mattina, appena uscito dall’ospedale, si è presentato negli uffici della questura per depositare la denuncia-querela. Le indagini sono state affidate alla squadra mobile, e la speranza è che gli investigatori possano trovare elementi utili dalle immagini registrate dalle telecamere stradali.

Il grave episodio si è verificato intorno alle 3,30. I due amici, dopo una festa trascorsa a casa di conoscenti, si sono diretti verso piazza d’Italia per una passeggiata prima di fare rientro a casa. Al loro passaggio, un gruppo di giovanissimi (alcuni erano a petto nudo) ha cominciato a urlare insulti.

«Hanno ripetuto a voce alta che loro odiavano i negri e i froci – ha raccontato ieri il giovane ferito alla polizia – e noi abbiamo proseguito facendo finta di niente. Non pensavano neppure che ce l’avessero con noi». In piazza Tola, i due amici si sono seduti su una panchina (sul lato che collega con via Lamarmora) per fumare una sigaretta e continuare a chiacchierare. Avevano già archiviato l’episodio capitato poco prima, quando improvvisamente il “branco” si è materializzato in piazza Tola. Erano in quattro, due si sono avvicinati, hanno ripreso quel ragionamento assurdo dell’odio razziale e degli insulti omofobi. I due giovani hanno provato a parlarci, ma il tentativo arduo di instaurare una discussione normale è fallito quasi subito. Uno dei ragazzi ha chiesto una sigaretta che gli è stata offerta, sembrava finita lì. Invece il gruppo, che si è spostato su una panchina di fronte, ha ripreso con gli insulti e le provocazioni. E quando uno dei due giovani si è alzato e ha risposto ingenuamente alla richiesta di avvicinarsi, è scoppiato l’inferno. Prima una cinghiata in faccia, poi calci e pugni mentre era a terra, stordito e in un lago di sangue. Non si è neppure reso conto di quello che accadeva all’amico, colpito più volte con una brutalità che ha dell’incredibile.

Gli aggressori si sono fermati e sono scappati via solo quando da uno dei bar che si affacciano su piazza Tola (era chiuso ma padre e figlio erano ancora all’interno per sistemare le ultime cose) sono uscite due persone richiamate dalle urla disperate dei due giovani. E’ scattato l’allarme e in piazza Tola sono arrivate le ambulanze del 118, gli operatori hanno prestato le prime cure prima di trasportare i feriti in ospedale. Solo dopo l’intervento dei medici, ai quali i giovani hanno raccontato della violenta aggressione, è stata avvertita la polizia. Ma a quel punto dei componenti del “branco” non c’era più traccia.

Ieri le indagini si sono sviluppate in una direzione precisa con l’acquisizione delle immagini delle telecamere e presto i quattro aggressori potrebbero essere identificati. Al giovane che ha presentato la denuncia-querela la polizia ha anche comunicato la possibilità di avvalersi del supporto dell’Ufficio nazionale Antidiscriminazione razziali (Unar).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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