La Nuova Sardegna

Il revisore: «I conti di Abbanoa? Il caos»

di Mauro Lissia
Il revisore: «I conti di Abbanoa? Il caos»

Cagliari, convocato dal pm Pilia il professionista ha confermato tutte le ombre rilevate nella sua attività di verifica

17 luglio 2013
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CAGLIARI. Il bilancio 2012 di Abbanoa «non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione, non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale, oltre che il risultato economico»: la relazione del revisore legale Michele Caria, depositata l’11 luglio scorso, getta una nuova ombra sulla gestione della società pubblica che governa il servizio idrico in Sardegna perché conferma, aggravandone il profilo, i rilievi già espressi nelle recenti comunicazioni agli azionisti. Caria è stato sentito proprio ieri come persona informata sui fatti dal pm Giangiacomo Pilia, che indaga contro ignoti per peculato e abuso d’ufficio e si prepara a condurre un’inchiesta a tappe forzate per dare finalmente una risposta alla moltitudine di sospetti avanzati negli anni sulla società creata nel 2006 dall’amministrazione Soru.

Nove pagine. Sono nove pagine al fulmicotone quelle firmate dal revisore legale, che nel faccia a faccia col magistrato ha confermato punto su punto i dubbi contenuti nel documento, spiegando poi come sia stato difficile ricostruire la situazione di Abbanoa in mancanza di dati attendibili e a causa della scelta adottata dal direttore generale Sandro Murtas di tenere gli atti amministrativi al riparo da occhi indiscreti. La relazione firmata da Caria descrive in termini tecnici quello che appare come un pasticcio dalle conseguenze pesantissime per le casse pubbliche, perché la sola certezza che sembra emergere è l’inconsistenza della gestione e la disinvoltura con la quale i vertici di Abbanoa hanno affrontato finora la situazione, prossima al dissesto: un buco da ottocento milioni.

Il deficit. Secondo il revisore le anomalie contenute nel bilancio sono gravissime. Una di queste è la scelta adottata dai vertici di Abbanoa di inserire tra le voci positive del bilancio «elementi esogeni» fra cui crediti che non ci sono più o sono soltanto annunciati. Il deficit di cassa accertato sui dodici mesi è di 146 milioni e viene ricavato dalla differenza tra un attivo di 230 milioni e un passivo di 377. Il dato è già drammatico, perché il deficit risulta cresciuto del 220% rispetto al 2011, come dire 111 milioni in più. Ma il dato dovrebbe essere ancora peggiore, perché contiene una massa di crediti perduti e altri incerti, senza che - scrive il revisore - «al netto peggioramento della posizione finanziaria corrisponda la rimozione delle cause che l’hanno originata». Riportando i dati alla realtà, Caria ipotizza che si siano create le condizioni previste dal codice civile per il riallineamento del capitale sociale. Bisognerebbe convocare l’assemblea per valutarlo, ma non se ne parla.

Le letture. C’è poi il capitolo letture dei contatori, una cosa che sfiora l’assurdo. Nella relazione di rendiconto al bilancio 2012 Abbanoa scrive di avere a disposizione le letture effettive sull’80% delle utenze, ma anziché i dati della fatturazione sul consumo effettivo al bilancio risultano ancora ricavi basati su «metodo statistico» e su «basi storiche». Il revisore li bolla come inattendibili e viziati da errori, ma soprattutto parla di «una deviazione significativa in quanto attiene alla principale voce dei ricavi di esercizio».

I crediti. Il dato dei crediti verso clienti «non è certificato» e quindi è «inattendibile» al punto che «potrebbero risultare inutili gli sforzi per passare al nuovo sistema elettronico in corso di implementazione». E il marasma è ancora più inestricabile se si pensa che esistono 50 mila pratiche inevase relative a ricorsi presentati da clienti, un elemento che «costituisce una limitazione allo svolgimento delle procedure di revisione adottate tale da identificare una grave mancanza di elementi probativi». In altre parole: in mancanza di dati certi non è possibile controllare il bilancio. Infatti scrive il revisore a pagina 8: «A causa della significatività delle deviazioni dalle norme che disciplinano i criteri di redazione del bilancio non sono in grado di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio di esercizio della società Abbanoa spa al 31 dicembre 2012». Sarebbe a dire che lo stato finanziario e patrimoniale della società pubblica è un mistero che neppure l’organismo di controllo interno è riuscito a svelare sino in fondo.

Il procedimento. Se queste sono le conclusioni devastanti cui è arrivato il revisore, si tratta di capire quale peso potranno avere le sue valutazioni sul procedimento penale aperto dalla Procura di Cagliari. La scelta di sentire immediatamente i professionisti incaricati del controllo significa che il pm Pilia intende mettere al sicuro gli elementi base dell’indagine per individuare subito le eventuali responsabilità. Con l’iscrizione imminente degli indagati il quadro dovrebbe diventare più chiaro.

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