La Nuova Sardegna

Naufragio di un matrimonio in un grande mare di noia

di Giuseppe Mussi
Naufragio di un matrimonio in un grande mare di noia

“Tutte le feste di domani”, in un libro scritto con una lingua cristallina Veronica Raimo racconta una relazione che rimane eternamente sospesa

27 maggio 2013
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«Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo», così recita uno dei più celebri incipit della letteratura mondiale, quello di “Anna Karenina” di Tolstoj.

E chiedersi quale sia l’infelicità che anima la relazione dei coniugi Falsini, Alberta e Flavio, è la strada più opportuna per leggere il secondo romanzo di Veronica Raimo, “Tutte le feste di domani” (Rizzoli, pp. 298, 18 euro); omaggio, nel titolo, sia al recente disco di Paolo Zanardi che alla ben più celebre canzone dei Velvet Underground, “All Tomorrow’s Parties”. Un lungo flashback che ripercorre la storia del rapporto fra i due, fin dal loro primo incontro: lei, laureanda «con un paio di jeans sfilacciati, gli zoccoli e un camicione indiano spudoratamente sgualcito»; lui, brillante professore di Estetica, commissario alla sessione di laurea della ragazza, rimasto folgorato dai suoi occhi turchini e dal suo singolare e provocatorio mutismo esibito durante la discussione della tesi.

Una relazione destinata a rimanere eternamente sospesa, segnata dall’impossibilità di una reciproca comprensione, nonostante il matrimonio; ma soprattutto compromessa dal desiderio inestinguibile di Alberta di fuggire da una noia che sembra contaminare tutto ciò che la circonda. Almeno fino all’incontro con un giovane scrittore americano, Carsten, che spingerà la ragazza a conoscere i limiti del proprio destino.

“Tutte le feste di domani” è un romanzo scritto in una lingua cristallina, con il giusto ritmo, provvisto di una solida impalcatura narrativa. Una struttura che però non riesce a nascondere le ombre di un immaginario sorprendentemente banale, convenzionale e prevedibile: i personaggi sono asciugati da ogni ambiguità e consegnati, così, al lettore, privi di qualunque spessore. Un libro troppo impegnato a seguire e giustificare l’artificiosissima alterità della protagonista, che non sembra mai in grado di sfuggire al luogo comune, ostaggio di un mondo insopportabilmente manicheo.

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