La Nuova Sardegna

NUOVA e DECISIVA CAMPAGNA

Peste suina, tolleranza zero per il pascolo allo stato brado

Peste suina, tolleranza zero per il pascolo allo stato brado

CAGLIARI. La resa dei conti è arrivata. Come preteso neanche un mese fa dagli inviati dell’Unione Europa, la nuova campagna per debellare il virus della pesta suina dovrà essere quella decisiva. In...

05 aprile 2013
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CAGLIARI. La resa dei conti è arrivata. Come preteso neanche un mese fa dagli inviati dell’Unione Europa, la nuova campagna per debellare il virus della pesta suina dovrà essere quella decisiva. In questi giorni, la giunta ha approvato l’ultima tranche del piano straordinario che ha ottenuto il via libera dal ministero della Salute e dagli esperti dell’Ufficio veterinario europeo. Di fatto, nella delibera proposta dall’assessore Simona De Francisci, è contenuta la risposta alle diverse perplessità sollevate dagli inviati di Bruxelles sull’efficacia degli interventi. A cominciare dai maggiori controlli sul territorio per combattere il fenomeno del pascolo brado, che poi è la causa principale della diffusione della peste ormai presente in Sardegna da trentacinque anni. Il divieto continua a essere assoluto, ma stavolta – è scritto nel piano – tutti i suini illegali, privi di marchi, saranno abbattuti dalle forze dell’ordine e dagli agenti del Corpo forestale. La tolleranza è ormai vicina allo zero e i proprietari dei capi fuorilegge avranno davvero pochi giorni per mettersi in regola, La stessa delibera consente l’utilizzo dei terreni demaniali per il cosiddetto pascolo semi-brado, ma a condizione che le aree «siano delimitate con doppi recinti fissi per evitare il contratto fra suini domestici e selvatici». L’intento è proprio quello di «debellare il flagello entro giugno», scrive l’assessore De Francisci, e «questo sarà possibile solo col concorso di tutti e con la piena consapevolezza che è indispensabile una completa sinergia fra istituzioni, servizi veterinari, enti locali e allevatori». Per questo, sarà deciso il ruolo assegnato dal piano all’Istituto Zooprofilattico, che è stato incaricato di eseguire 120 mila test e dunque chiudere il cerchio dei controlli, Anche le Asl avranno più poteri e se necessario assumere personale di rinforzo, perché «dovranno verificare l’effettivo rispetto da parte delle aziende delle norme previste sulla registrazione e l’identificazione degli animali», «aggiornare l’indispensabile banca dati dell’anagrafe suina e infine «ispezionare con continuità gli stabilimenti all’invio dei prodotti a base suina fuori dal territorio regionale». Fra divieti confermati, ad esempio saranno rafforzate anche le ispezioni negli agriturismo e nei ristoranti, e nuovi compiti assegnati, il cordone sanitario si è fatto dunque molto più stretto. «Perché questa – si legge nella nota diffusa dall’assessorato alla Sanità, che collaborerà con l’Ambiente e l’Agricoltura – è l’unica strada praticabile per sconfiggere la peste suina e, allo stesso tempo, ridare respiro economico al settore». Altrimenti sarà l’Europa a voltarci le spalle. (ua)

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