La Nuova Sardegna

in tribunale a cagliari

Soru, nel 2014 il processo per evasione fiscale

CAGLIARI. Dopo la doppia assoluzione per il caso Saatchi&Saatchi, l’ex presidente della Regione Renato Soru dovrà tornare in tribunale il 28 maggio del 2014: stavolta l’accusa è di evasione...

22 febbraio 2013
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CAGLIARI. Dopo la doppia assoluzione per il caso Saatchi&Saatchi, l’ex presidente della Regione Renato Soru dovrà tornare in tribunale il 28 maggio del 2014: stavolta l’accusa è di evasione fiscale, legata a un presunto mancato versamento delle tasse su un’operazione da dieci milioni di euro. Saltata la competenza del tribunale di Sanluri, il patron di Tiscali sarà processato su citazione del pm Andrea Massidda davanti a un giudice monocratico, i difensori saranno Giuseppe Macciotta e Carlo Pilia. Soru ha già sistemato i conti con l’agenzia delle entrate: salderà il debito fiscale di sette milioni di euro in 72 rate. Ma resta in piedi il processo penale, per quanto l’accordo raggiunto col fisco abbia attenuato sensibilmente il rischio di incassare una condanna pesante: grazie alla procedura di adesione all’accertamento l’ex governatore avrà diritto, se giudicato colpevole, a uno sconto di pena . D’altronde se nella vicenda Saatchi il rappresentante del Pd doveva rispondere di reati gravi come l’abuso d’ufficio e la turbativa d’asta, da cui è stato pienamente assolto in primo e secondo grado, qui è davvero difficile affibbiargli sbrigativamente la patente dell’evasore fiscale. Perché se è vero - come sostiene il pm Massidda e come ha dimostrato la Guardia di Finanza - che nell’operazione di conversione in azioni del credito maturato da Andalas nei confronti di Tiscali avrebbe dovuto versare immediatamente al Fisco quanto dovuto, è vero anche - come ha chiarito lui stesso in una lunga nota diffusa via Facebook - che di quella somma neppure un euro è finito nelle sue tasche. Non solo: agli atti del procedimento risulta un parere espresso da uno studio legale fra i più qualificati in Italia in base al quale l’ex presidente della Regione avrebbe dovuto versare le imposte soltanto dopo aver incassato il valore delle azioni e non prima, come gli contestano la Procura, la polizia tributaria e l’Agenzia delle Entrate. Tant’è che un’esame approfondito dei documenti, condotto con l’assistenza di un tributarista autorevole, non è bastato a convincere gli interlocutori pubblici di Soru: per l’accusa l’evasione fiscale c’è stata, il debito dev’essere pagato e il procedimento penale non può che restare in piedi fino alla definizione giudiziaria. (m.l)

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