La Nuova Sardegna

l’investimento

Un miliardo per la Costa Smeralda ma il piano del Qatar fa discutere

di Serena Lullia
Un miliardo per la Costa Smeralda ma il piano del Qatar fa discutere

PORTO CERVO. C'è un intero stato, il piccolo emirato del Qatar, che vuole scommettere un miliardo di euro sulla depressa Gallura, sulla Costa Smeralda dal fascino sbiadito, sulla Sardegna che perde...

10 febbraio 2013
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PORTO CERVO. C'è un intero stato, il piccolo emirato del Qatar, che vuole scommettere un miliardo di euro sulla depressa Gallura, sulla Costa Smeralda dal fascino sbiadito, sulla Sardegna che perde fabbriche, turisti, opportunità. Un investimento non virtuale. I soldi insieme col petrolio sono il nutrimento dell’emirato. Il miliardo di euro è già stato deliberato dal consiglio dei ministri qatarini. Ora la Qatar Holding chiede tempi certi, risposte entro il 2013. La classe politica dovrà considerare non solo il valore economico del progetto. Ma quanto la seconda età dell'oro dell'industria delle vacanze in Gallura prospettata dai qatarini costerà in termini ambientali. Quanta natura, macchia mediterranea, paesaggi di granito si dovranno consumare per consentire alla fabbrica del sole di lusso di non finire come le sorelle della chimica e dell'alluminio. Perché i due temi, turismo e ambiente, sono facce della stessa medaglia. La classe politica è chiamata a dare una lettura intelligente del progetto strategico della Costa Smeralda, con l'atteggiamento di chi è pronto al dialogo ma non può cedere su alcuni limiti assoluti, rispetto della cultura e del paesaggio. Un tema regionale ma anche nazionale. È stato il primo ministro Mario Monti a tessere rapporti diplomatici e a gettare le basi per una partnership economica Italia-Qatar. Solo qualche giorno fa la Qatar Holding, braccio operativo del fondo sovrano ha presentato ai comuni di Arzachena e Olbia la prima bozza del piano di investimento da un miliardo di euro. Un pacchetto fra 450 e 550 mila metri cubi da trasformare in 4 nuovi hotel. Nell’elenco degli interventi anche un centinaio di ville per nababbi. C'è poi un parco acquatico alle spalle della spiaggia di Liscia Ruja, già bocciato dagli amministratori locali. Un circuito di go-kart su una vecchia discarica. Proposte al momento irrealizzabili. Le norme del Ppr non consentono interventi in molte delle aree indicate dai qatarini. Alcune in zona H, di estrema tutela. Vincoli che secondo alcuni candidati vanno assolutamente conservati per evitare che il cemento invada l’eden. Secondo altri vanno modificate per impedire l’addio del Qatar alla Sardegna. «Serve estrema prudenza – dice Gian Piero Scanu, candidato alla Camera per il Pd –. Sul piano degli stazzi non si possono gabellare per ristrutturazioni progetti che hanno altre caratteristiche rispetto alle antiche case galluresi. Solo se si difende l'identità e la si valorizza si ottiene un turismo di livello superiore. Non si deve essere attratti solo dal miraggio del lavoro. Ho piena fiducia nell'amministrazione di Arzachena e nei sindacati. Sapranno trovare il giusto atteggiamento. Il nostro obiettivo deve essere difendere la bellezza della Sardegna, il suo vero valore economico. Non la si può rendere dozzinale, con un parco acquatico. Ma non c’è nessuna demonizzazione del piano del Qatar». Invita al dialogo con l'investitore arabo Settimo Nizzi, candidato alla Camera per il Pdl. «Non si può pensare di fare turismo senza dare servizi, in particolare se parliamo di extra lusso – commenta –. Servono strutture e luoghi per il tempo libero. Ma è soprattutto indispensabile creare le infrastrutture. Solo così parliamo di offerta turistica e non di speculazione edilizia. Certo si devono dare risposte in tempi certi. In caso contrario accadrà ciò che è già successo: piccoli investimenti con il solo scopo di rivendere il bene». Invoca una modifica del Ppr per consentire di sbloccare il piano del Qatar, ma in generale tutti gli investimenti turistici Gigi Astore, candidato alla Camera per l'Mpa. «Porto Cervo ha bisogno di una riqualificazione generale e non parlo solo degli hotel. Ovviamente bisogna fare attenzione all'ambiente, continuando a tutelare aree vergini come Monti Zoppu. Ma così come è il modello turistico gallurese e della Costa Smeralda è fuori mercato. Basta parlare solo di metri cubi. I nuovi hotel o le ville devono essere collegati alle infrastrutture. Serve una modifica al Ppr, non solo per il piano per la Costa ma per tutta la Sardegna, mantenendo però il vincolo dei 300 metri. Ciò non significa allargare le maglie della legge in modo che si possa fare tutto. Bisogna evitare che la Sardegna resti ingessata». Punta a una modifica del Ppr, colpevole di aver bloccato l'economia sarda Luca Montella, nella lista Monti per la Camera. «Porto Cervo andava bene 50 anni fa – dice –. Non si può pensare di rilanciare un modello turistico di eccellenza in questo modo. Il borgo va integrato, ma lo si deve fare evitando sconsiderate colate di cemento. Non sono un talebano dell'ambiente ma nemmeno un cementificatore. Noi crediamo in una idea di sviluppo rispettosa della natura».

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