La Nuova Sardegna

festival di Berlino

Applausi senza scandalo al prete gay polacco

BERLINO. Le immagini più toccanti di “In the name of”, della regista polacca Malgorzata Szumowska, non sono tanto quelle finali di un sacerdote gay, Adam (Andrzej Chyra), che fa l’amore nudo con il...

09 febbraio 2013
1 MINUTI DI LETTURA





BERLINO. Le immagini più toccanti di “In the name of”, della regista polacca Malgorzata Szumowska, non sono tanto quelle finali di un sacerdote gay, Adam (Andrzej Chyra), che fa l’amore nudo con il ragazzo che gli ha preso il cuore, ovvero Lukas (Mateusz Kosciukiewicz), ma quelle dello stesso sacerdote che, ubriaco, balla una specie di valzer con il quadro di papa Wojtyla. Il film, in corsa per l’Orso nella edizione 2013 del Festival di Berlino e applaudito ieri mattina alla proiezione stampa, nonostante tocchi con forza il tema della omosessualità nel mondo cattolico resta sempre in un perfetto equilibrio, senza attribuire colpe.

La passione del sacerdote per il ragazzo che ama viene vissuta senza senso di colpa. E anche quando l’uomo viene scoperto e denunciato alle gerarchie ecclesiastiche, c’ètolleranza verso questo giovane prete di una piccola parrocchia che ha aperto un centro per ragazzi in difficoltà. Una scelta della Chiesa, quella raccontata dal film, che è anche una sorta di saggezza, di accettazione di un fenomeno naturale, antico e incontenibile.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative