La Nuova Sardegna

comitato faunistico regionale

Ironia sui cacciatori morti, l’Ucs contro un ambientalista

CAGLIARI. Scoppia un caso all’interno del Comitato faunistico regionale, l’organo consultivo che contribuisce alle decisioni sul calendario venatorio: il presidente dell’Ucs – Unione cacciatori di...

02 febbraio 2013
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CAGLIARI. Scoppia un caso all’interno del Comitato faunistico regionale, l’organo consultivo che contribuisce alle decisioni sul calendario venatorio: il presidente dell’Ucs – Unione cacciatori di Sardegna – Bonifacio Cuccu ha scritto una nota all’assessore regionale all’Ambiente per chiedere provvedimenti contro Paolo Fiori, rappresentante degli anti-caccia e degli ecologisti, che in un post apparso sul sito del Gruppo di intervento giuridico «ironizzava sulle vittime della caccia».

Cuccu parla di «infelici dichiarazioni» e di «persona poco equilibrata» sollecitando l’apertura di una discussione. Il commento di Fiori è riferito al confronto nato all’interno del comitato sulla recente ordinanza con la quale in Consiglio di Stato ha bocciato il calendario venatorio sardo tagliando quattro giornate di attività per il tordo e la cesena. Scrive Fiori: «Non dico che sono felice, ma comunque contento che i cacciatori si sparino tra di loro o che siano vittime di incidenti». Un’affermazione dal tono paradossale affidata a un blog di ecologisti, che il presidente dell’Ucs ha interpretato alla lettera e che Fiori non ritira: «Un’affernazione forte, certo – sono le sue parole – ma seppure io non auguri la morte a nessuno spero che serva a risvegliare le coscienze rispetto a un problema serissimo. La mia è solo una provocazione, i pallettoni dei cacciatori uccidono davvero». Ora dovrà esprimersi l’assessore all’ambiente, difficile che Fiori decida di dimettersi: «Ha la nostra piena fiducia – ha confermato Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico – deve restare al suo posto». Proprio sul sito di Deliperi è comparso ieri il bilancio sanguinoso della stagione venatoria 2012-2013: 59 morti e 104 feriti in Italia, 5 morti e 11 feriti in Sardegna. Un’ecatombe, dove a perdere la vita o la salute non sono stati solo cacciatori ma anche persone che hanno avuto la sfortuna di imbattersi in proiettili vaganti.

«Purtroppo – scrive Deliperi in una nota – ancora non si vuole comprendere come la caccia sia l’unico divertimento che procura morte. L’11 novembre scorso è stato ammazzato un bambino di undici anni durante una battuta al cinghiale, ma nemmeno in questo caso le associazioni venatorie hanno voluto accogliere l’invito a fermare la caccia almeno per una domenica degli stessi cacciatori dell’autogestita di Irgoli. Uno stop per ricordare il povero Andrea Cadinu e per riflettere su un’attività sempre più rischiosa». (m.l)

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