La Nuova Sardegna

Il futuro del Man ora è appeso a un filo

di Paolo Merlini
Il futuro del Man ora è appeso a un filo

Appello alla Regione: impossibile mantenere lo standard del passato con queste finanze

01 febbraio 2013
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NUORO. Il futuro del Man è appeso a un filo. Del Man così come lo conosciamo, almeno, un museo d’eccellenza nel panorama nazionale che da alcuni anni è riuscito con le sue proposte a ritagliarsi uno spazio importante nella scena dell’arte contemporanea. Perché se non ci sarà un’inversione di rotta il museo nuorese rischia, per mancanza di finanziamenti, di ridiventare ciò che doveva essere nella seconda metà degli anni ’90, quando era stato ideato: una pinacoteca provinciale con opere pur pregevoli del Novecento sardo, ma nulla più.

L’allarme arriva dal presidente e dal direttore del museo, Tonino Rocca e Lorenzo Giusti, che hanno scritto un appello agli otto consiglieri regionali espressi dalla provincia di Nuoro in cui fanno presente la situazione precaria del museo. E chiedono di adoperarsi perché si realizzino le promesse della Regione di trovare una situazione finanziaria che dia concreta stabilità al Man. I destinatari sono gli stessi consiglieri che lo scorso anno, in modo bipartisan, hanno presentato l’ emendamento alla legge finanziaria che ha permesso un contributo straordinario di 500mila euro per il 2012.

L’occasione è data dalla presentazione delle mostre del 2013: un programma di grande respiro, secondo la tradizione consolidata del museo, ma che mai come in questo caso appare virtuale. Si potrà effettivamente realizzare, cioè, se nelle casse del Man ci sarà, come accadeva in precedenza, una somma vicina al milione di euro, necessaria ogni anno per il suo funzionamento e soprattutto per la programmazione. E non, come accade ora, poco più di duecentomila euro.

L’appello. Rocca e Giusti ricordano come «un anno fa la Regione Autonoma della Sardegna ha stanziato un contributo di 500.000 euro a favore dell'amministrazione provinciale di Nuoro per il funzionamento del Museo Man, un intervento straordinario, approvato nel quadro della legge finanziaria 2012, mirato a far fronte alla drastica riduzione dei bilanci degli enti locali e alla conseguente incapacità, da parte della Provincia di Nuoro, di sostenere le spese della sua Istituzione culturale. Spese che, nel corso dell'anno passato, grazie a un'accorta politica di risparmio, sono state risolutamente ridotte nella parte corrente, con interventi speciali sui costi di amministrazione, al netto di un'attività didattica e di mediazione mai interrotta nonostante le difficoltà, di un costante lavoro di ampliamento, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico del museo (la collezione di arte sarda del Novecento) e di un'attività espositiva sempre di alto profilo (la retrospettiva dedicata a Werner Bischof, l'antologica "Cavalli e Cavalieri", dedicata a Marino Marini, le mostre "Sfogliare il Tempo" e "Post Scriptum")».

Qual è stata la politica di risparmio di cui parlano Rocca e Giusti? Anzitutto la riduzione del super stipendio che la Provincia assegnava al precedente direttore del museo, Cristiana Collu, oggi alla guida del Mart di Rovereto. Nell’ultima fase del suo mandato, infatti, per la sola figura del direttore la Provincia ha speso circa 240mila euro lordi l’anno. Stipendio che è stato ridotto, eccedendo in senso contrario, ad un sesto nel caso di Lorenzo Giusti, il giovane storico dell’arte e curatore toscano che dal luglio scorso dirige il museo in seguito a un concorso internazionale. Ma altre figure importanti del museo sono venute a mancare o sono state ridimensionate per fare economia. Non c’è più un assistente del direttore: il suo contratto a tempo determinato non è stato rinnovato, e altri due preziosi collaboratori oggi hanno un contratto part-time. Ridimensionati ma ancora a rischio anche i laboratori per le scuole, ossatura dell’attività di didattica quotidiana del museo. C’è poi un problema di peso, come i debiti fuori bilancio lasciati dalla gestione Collu: oltre 500mila euro che vengono “spalmati” sul bilancio di anno in anno e pesano ulteriormente sulle finanze del Man. Insomma, il museo sopravvive a stento. «Il 2013 – scrivono Rocca e Giusti – pone purtroppo il Man di fronte alle stesse gravi problematiche dell'anno appena trascorso. La Provincia di Nuoro, con la riduzione della sua capacità di investimento e nell'incertezza delle sue future funzioni, non potrà sostenere che in minima parte l'attività del museo, oggi più che mai legata al contributo della Fondazione Banco di Sardegna». Il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, a fine 2011 aveva annunciato polemicamente la chiusura del museo perché nel futuro sarebbe stata a rischio l’esistenza della stessa Provincia, soprattutto dopo il referendum per l’abolizione di questi enti locali. Ieri ha ribadito il suo punto di vista: la Provincia non può impegnarsi sul futuro del Man se non ha certezze neppure sul proprio. E infatti oggi l’ente assicura al suo museo solo un contributo in servizi, o poco più.

La Fondazione. «Per queste e altre ragioni – scrivono ancora Rocca e Giusti – l'intervento della Regione a sostegno dell'attività del Man è oggi più che mai di vitale importanza. Considerato l'essenziale stanziamento del 2012, in relazione alla dichiarata volontà di intervento del presidente Cappellacci, recentemente ribadita per voce dell'assessore al Turismo Luigi Crisponi, la prospettiva che ci sentiamo di indicare, considerati il ruolo acquisito nel tempo dall'Istituzione e l'avviata riforma del museo, è una partecipazione diretta dell'Ente regionale alla costituenda Fondazione Man. La prospettiva di un piano di gestione triennale che ne conseguirebbe ci pare l'unica in grado di assecondare il definitivo riassetto della struttura e di permettere una programmazione in linea con gli standard nazionali e internazionali».

La lettera è stata inviata il 23 gennaio. Gli otto consiglieri destinatari presumibilmente l’avranno ricevuta, mentre il presidente della giunta regionale Cappellacci non ne conosceva ancora l’esistenza: interpellato, fa sapere attraverso il suo staff che la Regione «ha sempre a cuore il museo Man». Ma di aiuti per ora non se ne parla.

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