La Nuova Sardegna

Sassarese scomparsa, indagini ferme

di Gianni Bazzoni

Anna Franca Poddighe è sparita 7 mesi fa in Germania. Il fratello fa esaminare il suo computer in Italia

04 gennaio 2013
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SASSARI. E’ stato affidato a un perito informatico forense il computer di Anna Franca Poddighe, la donna sassarese di 41 anni, scomparsa nel nulla quasi sette mesi fa ad Amberg, nei pressi di Monaco di Baviera, dove viveva da 15 anni e lavorava come cuoca alla mensa della Siemens. È stato il fratello, Antonello Poddighe, a prendere l’iniziativa di fronte ai tentennamenti e ai silenzi della polizia tedesca.

«Continuano a dirci che non hanno elementi per indagare – ha spiegato ieri Antonello Poddighe – ma è evidente che ci sono troppe cose strane. Noi, come famiglia, abbiamo deciso di incaricare un legale affinché ci assista in una fase così delicata. Aspettiamo qualche notizia anche dall’Ufficio del Commissario straordinario del governo che segue la vicenda, ma finora non è arrivata nessuna comunicazione. Sappiamo solo che ogni tanto contattano la polizia italiana e chiedono, a loro volta, se ci sono delle novità, Mi sembra davvero poco».

Di Anna Franca Poddighe si sono perse le tracce il 15 giugno, sarebbe dovuta partire per la Svizzera e assistere al concerto di un amico. Di fatto quel viaggio non risulta mai effettuato, ma non si sa che cosa è accaduto alla donna sassarese. Il suo compagno – un giornalista sportivo tedesco – ha collaborato sempre con molto fastidio con la famiglia e con gli investigatori italiani ed è arrivato persino ad aggredire una troupe di “Chi l’ha visto?” che era arrivata in Germania per cercare qualche notizia sulla scomparsa di Anna Franca Poddighe.

«Sappiamo che il compagno di mia sorella ha effettuato dei prelievi dal conto corrente bancario che era intestato ad Anna Franca – ha detto ancora Antonello Poddighe –, lui ci ha raccontato che aveva il bancomat e conosceva il codice pin. La domanda è: perché lui preleva (per ben tre volte) quei soldi dopo la scomparsa di mia sorella? Sappiamo anche che aveva appena venduto la sua auto nuova, perché questa improvvisa necessità di denaro? Sono stranezze che abbiamo segnalato agli investigatori tedeschi, ma non hanno prodotto assolutamente niente». I familiari hanno chiesto anche di effettuare verifiche sul tabulato telefonico per risalire alle ultime chiamate in partenza e in arrivo, e anche di analizzare la posta elettronica e le conversazioni via facebook. Ma anche in questo caso non si è mosso niente. «Dopo ripetute insistenze, ora sono riuscito a farmi spedire il computer – ha sottolineato Antonello Poddighe – e l’ho affidato a un tecnico forense che ci sta lavorando. Spero possa scoprire qualcosa di utile che ci aiuti a capire che cosa è successo a mia sorella».

La stranezze, però, non finoscono qui. Attraverso alcuni contatti con amici che vivono in Germania, la famiglia di Anna Franca Poddighe ha scoperto che nel luogo di lavoro dove la donna ha operato per diversi anni l’argomento è stato rimosso.

«E’ come se qualcuno abbia imposto di non parlarne più – ha concluso Antonello Poddighe – forse solo perché la Siemens non vuole guai e fastidi di alcun genere. Ma questa non è una storia banale, c’è una mamma che è sparita nel nulla e le indagini non sono mai state attivate veramente. Perché ci dicono che non ci sono elementi, di che cosa hanno bisogno ancora? E perché il Governo italiano non interviene con tutti gli strumenti a disposizione per sensibilizzare l’autorità giudiziaria tedesca? Troppe cose strane, lo ripeto dal principio. E noi siamo stati lasciati soli in questa drammatica vicenda».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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