La Nuova Sardegna

alghero/stati generali

Informazione, serve un cambio di passo

ALGHERO. Un presente difficile, un futuro incerto e pieno di incognite verso il quale muoversi con le dovute cautele. Perché la posta in gioco è davvero alta. L’informazione in Sardegna non se la...

08 dicembre 2012
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ALGHERO. Un presente difficile, un futuro incerto e pieno di incognite verso il quale muoversi con le dovute cautele. Perché la posta in gioco è davvero alta. L’informazione in Sardegna non se la passa bene e per la prima volta sono i suoi stessi attori a chiedere con decisione una cura. Dagli Stati generali dell’informazione, che si sono conclusi ieri ad Alghero nell’auditorium delle tenute Sella & Mosca, è venuta fuori una diagnosi chiara.

Dalla due giorni algherese, organizzata dalla Federazione nazionale della stampa e dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, è emerso un quadro fatto di testate in grande difficoltà, di emittenti che sopravvivono esclusivamente grazie agli ammortizzatori sociali, e di giornali multimediali che provano a ritagliarsi uno spazio ma che non garantiscono alcun tipo di livello occupazionale. «L’informazione non è un malato incurabile, ma le sue condizioni sono piuttosto serie», ha detto in chiusura del suo intervento Francesco Birocchi: nella sua lunga e dettagliata relazione, il presidente dell’Assostampa isolana ha dipinto un quadro a tinte fosche. «Lo scenario sta cambiando assai rapidamente – ha detto Birocchi – e chi non vuole stare al passo e adeguarsi rischia di rimanere tagliato fuori».

Tantissimi e particolarmente articolati gli interventi, che hanno messo in luce criticità vecchie e nuove: da Filippo Peretti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, a Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Odg, e Daniela Scano, vicepresidente dell’Assostampa isolana. E tanti anche gli interventi di politicie sindacalisti: come l’assessore regionale Sergio Milia, i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Mario Bruno e Luciano Uras e i segretari regionali Enzo Costa (Cigl) e Giovanni Matta (Cisl).

A chiudere i lavori è stato il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi. «La stampa – ha detto – deve esser motore di sviluppo. In Sardegna abbiamo perso questo ruolo; dobbiamo recuperare questa forza, soprattutto nel tempo dei grandi cambiamenti». Secondo Siddi, che ha ricordato la crisi generale dell’editoria e le vertenze sindacali anche di Videolina e di Sardegna 1, «serve maggiore pluralismo e un servizio pubblico più forte. La Sardegna con la sua autonomia deve esigere la Rai sarda, un canale 3 bis dell’Autonomia, un servizio pubblico che dia voce alla Sardegna». (a.si.)

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