La Nuova Sardegna

Stipendi in pericolo: aumenta la tensione

Stipendi in pericolo: aumenta la tensione

I sindacati: «È stato un errore clamoroso mettere il futuro dell’azienda nelle mani di Bruxelles»

12 ottobre 2012
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CAGLIARI. I sindacati lo dicono da sempre: «Mettersi nelle mani dell’Unione Europea è stato un errore che, alla fine, potremmo pagare caro». È lo stesso atto d’accusa che i tre segretari regionali dei chimici (Giacomo Migheli Filctem-Cgil, Giampiero Murgia Femca-Cisl e Mario Crò Uilcem-Uil) hanno ripetuto mercoledì nell’incontro con l’amministratore delegato di Abbanoa, Carlo Marconi.

«I tempi di Bruxelles – hanno scritto in un comunicato – abbiamo saputo che saranno più lunghi del previsto e dunque rischiano di mettere ancora più in difficoltà l’azienda, che senza lo stanziamento della Regione corre il pericolo di non avere un futuro. Questa novità che arriva dall’Unione Europea – prosegue il documento – conferma quanto abbiamo sempre detto e denunciato, cioè non era necessario chiedere il parere dell’Europa per due motivi. Il primo: nel 2006, quand’è nata, Abbanoa ha ereditato i debiti di tutte le società poi confluite nella gestione unica. Il secondo motivo è che non si tratta di una ricapitalizzazione, perché finora la Regione non ha versato quanto doveva nelle casse di Abbanoa». E il conto del dovuto è presto fatto: sono 184 milioni per il periodo 2011-2014. Adesso è proprio su questo stanziamento che l’Unione Europea è stata chiamata a dire la sua: «Ed è stato un errore mettersi nelle mani di Bruxelles», hanno confermato i sindacati durante il vertice con l’amministratore delegato.

Nello stesso incontro, i tre segretari hanno chiesto certezze anche sul pagamento della quattordicesima e degli straordinari, bloccati da troppo tempo, perché Abbanoa ha i conti in rosso: «La società ci ha detto che entro dieci giorni ci farà avere una risposta su quali sono le possibilità di chiudere questa parte della vertenza».

Al tavolo i sindacati hanno affrontato anche il tema spinoso delle lettere di contestazione al personale, sono una settantina. «Siamo preoccupati – è stata la replica dei sindacati – visto che proprio quelle lettere hanno aumentato fra i lavoratori un clima di tensione che è già alto e non solo per le difficoltà finanziarie». Secondo Migheli, Murgia e Crò, «molte frizioni potrebbero essere evitate se Abbanoa avesse un servizio di gestione del personale adeguato alle dimensioni dell’azienda e invece così non è».

Anzi, la società continua a essere in un equilibrio precario e i sindacati il 25 ottobre (tre giorni dopo l’assemblea dei soci a Cagliari) si riuniranno per decidere se alzare il livello della protesta. (ua)

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