La Nuova Sardegna

Caso Alzheimer, nuova denuncia

Caso Alzheimer, nuova denuncia

Dore avrebbe ricevuto 6mila euro da un malato di Sla. Scarcerata la badante

04 settembre 2012
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SASSARI. «Giuseppe Dore ha curato anche mio marito, affetto da Sclerosi laterale amiotrofica. Le sue condizioni non sono affatto migliorate, ma la terapia mi è costata 6mila euro».

Si è fatta avanti dopo aver visto sullo schermo della Tv il volto del neurologo di Ittiri, il giorno del suo arresto, lo scorso 3 agosto. La moglie di un malato di Sla, un sassarese di 56 anni, è corsa dai carabinieri poco dopo: «Conosco bene Dore, ha avuto in cura mio marito per un anno», ha spiegato a verbale. Ora quella denuncia è agli atti dell’inchiesta per associazione a delinquere che vede iscritti venti indagati, oltre al neurologo di Ittiri, padre della Psiconeuroanalisi, che sostiene essere un metodo innovativo per curare le demenze, l’Alzheimer in particolare. La Procura ha depositato la denuncia nel fascicolo trasmesso al tribunale del Riesame, che ha attenuato la misura cautelare e mandato ai domiciliari Dore e il suo braccio destro, Salvatore Fadda, presidente dell’Aion, associazione di familiari dei pazienti finita nel mirino della magistratura. Tutti loro hanno sempre giurato di aver visto miglioramenti nelle condizioni dei loro cari, affetti da demenze. Nel blog La fine della demenza di Alzheimer qualcuno pubblicava post sulla sua esperienza di “guarigione”. Gli inquirenti sospettano che fossero falsi.

Ora però c’è un familiare che non giura sui progressi del marito, paziente di Dore per un anno, tra il 2008 e il 2009. Al contrario: la donna è andata a denunciare il neurologo per l’ipotesi di truffa. Intanto il gip Antonello Spano ha revocato la custodia cautelare ai domiciliari per Maria Trusca, badante romena ripresa dalle videocamere nascoste mentre picchiava una malata paziente di Dore.

Malato di Sla. Secondo il racconto della moglie del cinquataseienne affetto da Sla, il suo rapporto con la Psiconeuroanalisi sarebbe iniziato nel 2008, quando il marito era stato ricoverato alla Clinica neurologica di Sassari, dopo alcune visite al San Raffaele di Milano. Alla fine del ricovero in Clinica, durato circa dieci giorni, la donna avrebbe incontrato - almeno, così sostiene nella denuncia - Marinella D’Onofrio, dipendente dell’Azienda ospedaliero-universitaria, ora sotto inchiesta. Lei le avrebbe consigliato di rivolgersi al collega Giuseppe Dore. Il paziente sarebbe stato visitato in via Quarto, nello studio della D’Onofrio, e alla moglie Dore avrebbe assicurato che quella patologia - non è chiaro se avesse confermato o meno la diagnosi - avrebbe richiesto una terapia di pochi mesi. «Invece è durata un anno - ha raccontato - durante il quale ho versato una cifra che si aggira sui 6mila euro». A colpire la donna era stata soprattutto «la parlantina» del neurologo, da taluni definito “carismatico” per la capacità di attingere ad un bagaglio culturale che comprenderebbe elementi di astrologia, fisica, matematica, Kabbalah e psicologia. La donna avrebbe precisato come il medico non abbia mai torto un capello a suo marito. Testimonianza riferita dal paziente, «perché Dore non mi faceva entrare in studio durante la terapia. Io aspettavo fuori dallo studio», ha ricordato la moglie. I carabinieri stanno cercando di appurare il contenuto della denuncia, per capire se quanto raccontato dalla donna corrisponde al vero. Dal canto suo Dore, assistito dagli avvocati Pietro Piras e Gabriele Satta, ha sempre ribadito la validità scientifica della sua “teoria”, un metodo rivoluzionario - assicura - che curerebbe i pazienti affetti da demenza con l’uso della parola, senza farmaci e grazie alle leggi della Fisica. Tesi alla quale la procura della Repubblica non ha mai creduto, perché mai sperimentati ufficialmente, «senza supporto scientifico e non validati dal ministero della Salute».

La badante. Sul versante degli indagati, ieri mattina è uscita dagli arresti domiciliari Maria Trusca, badante romena ripresa dalle videocamere nascoste dai militari mentre picchiava Agnese, la moglie del pensionato di Dolianova, Cosimo Sarra, che si era trasferito a Ittiri per sperimentare la terapia-Dore. Anche lui è filmato mentre usa violenza sulla malata. Il gip ha liberato Maria Trusca su richiesta del difensore, l’avvocato Elisabetta Udassi, e le ha imposto di presentarsi ai carabinieri di Bonorva per tre volte a settimana. La decisione riguarda la fine delle esigenze cautelari per il tempo trascorso dall’arresto (lei era stata la prima, il 4 giugno scorso) e per il fatto che anche i presunti complici sono poi stati colpiti da misure cautelari (in tutto 15), revocate in parte solo dopo 27 giorni dal Riesame. (e.l.)

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