La Nuova Sardegna

Il business della “terapia” «A Dore 500mila euro»

di Elena Laudante
Il business della “terapia” «A Dore 500mila euro»

I carabinieri ricostruiscono il presunto giro d’affari del neurologo di Ittiri: visite trisettimanali, laute donazioni dei familiari e pranzi di “beneficenza”

20 agosto 2012
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Segui il denaro, diceva Giovanni Falcone. Anche perché, in fondo, è lo scopo di tutto. Presumibilmente, anche delle cure "miracolose" che avevano fatto di Ittiri centro mondiale della fantomatica guarigione dall'Alzheimer: secondo gli accertamenti della Procura di Sassari, una truffa perpetrata con un obiettivo dichiarato, far soldi. Un presunto raggiro ai familiari dei pazienti che riuniti in una associazione, l'Aion, di supporto al neurologo sotto accusa Giuseppe Dore, erano pronti ad aprire il portafogli pur di veder migliorare i propri cari. Il paradosso è che ora la posizione processuale potrebbe vederli vittime e contemporaneamente "carnefici" (alcuni di loro sono indagati).

Gli atti dell'inchiesta del sostituto procuratore Michele Incani sono disseminati di riferimenti al denaro. Piccole cifre che genitori o compagni dei pazienti avrebbero versato all'inventore della Psiconeuroanalisi, nel carcere di San Sebastiano dal 3 agosto, in occasione delle “visite” che avvenivano anche tre volte a settimana. E poi donazioni che, secondo il teste d'accusa Davide Casu (reoconfesso e suo ex braccio destro) in qualche modo il neurologo induceva ad elargire, «facendo sorgere nei familiari - si legge nel verbale di Casu - una sorta di imbarazzo a dare piccole cifre». Cifre che, sommate alle parcelle, gli avrebbero fatto accantonare - stando agli inquirenti - una piccola fortuna, in attesa di quello che secondo i testimoni avrebbe dovuto essere il grande botto: la vendita massiva dei libri sul Dore-pensiero, editi dalla sua "Saturno" «per guadagnare fino a 35 milioni di euro», spiega Casu.

A seguire le stime effettuate dai carabinieri, l'inizio sarebbe stato promettente: «In un solo anno - si legge negli atti degli investigatori dell’Arma - in considerazione dell’indotto indicato da Casu che inquadra qualcosa come un centinaio di pazienti, è presumibile affermare che il dottor Dore abbia incassato annualmente circa 500 o 600 mila euro, al netto delle tasse - è ancora l’informativa dei carabinieri - che peraltro non risultano pagate». Tra i reati contestati a Dore, sotto accusa per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e ai maltrattamenti, non c’è quello di evasione fiscale. Quella dei militari dell’Arma è finora una deduzione dai racconti dei testimoni, cioè i familiari dei pazienti che ricordano di non aver «mai ottenuto ricevute, in cambio dei pagamenti». Saranno solo ulteriori approfondimenti a scandagliare questo aspetto della presunta operazione truffaldina.

Il calcolo dei militari è semplice. «Dore è arrivato a “curare” anche 40 pazienti contemporaneamente», ricorda Casu a verbale. I compensi potevano variare: «Davanti a me si faceva pagare a volte 90 euro, altre 120 o 150 euro, alcuni pagavano anche solo 60 euro per un’ora di “visita” e non ha mai rilasciato ricevute». I familiari sentiti dai carabinieri confermano l’onorario medio: circa 50 euro, per ognuna delle tre visite a settimana. E poi sulla sua capacità di sollecitare la generosità dei familiari, Casu ricorda che «Dore diceva loro di essere “equi” nei confronti dell’associazione (Aion, ndc). Li invitava a fare delle donazioni. In questo modo, mi aveva spiegato, si inducevano i familiari a versare somme consistenti, perché si faceva sorgere in loro una sorta di imbarazzo a dare piccole cifre». Metodo che avrebbe avuto successo, anche grazie all’ascendente e al carisma che molti riconoscono al “padre” della Psiconeuroanalisi: «In tre occasioni mi diede due buste, all’interno di una c’era 1.000 euro, in un’altra 500 in contanti. Si trattava di donazioni di uno dei parenti. Un’altra volta mi diede 5.000 euro perché si doveva dare l’anticipo di una fattura per la stampa del libro. Mi disse che i contanti gli erano stati dati da un familiare». Non è chiaro come questo presunto giro d’affari si riconduca poi alla cronica necessità dell’Aion (nella quale Dore non compare) di cercare fondi, anche per ristrutturare la sede ottenuta dalla Asl 1, i due locali fatiscenti al primo piano dell’ospedale di Ittiri. In almeno un’occasione fu organizzato - il 6 gennaio scorso - un pranzo di beneficenza «presso un ristorante di Stintino - scrivono gli investigatori - al quale partecipavano tutti gli associati Aion, pazienti e familiari nonché personalità politiche invitate da Antonello Peru». Non è chiaro se poi effettivamente il consigliere regionale Pdl, ai domiciliari dal 3 agosto, abbia partecipato o contribuito.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative