La Nuova Sardegna

Farmaci di marca, rivoluzione nelle ricette

di Pier Giorgio Pinna
Farmaci di marca, rivoluzione nelle ricette

Sulle prescrizioni vanno indicati i principi attivi: nell’isola medici perplessi, associazioni dei malati soddisfatte

18 agosto 2012
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SASSARI. Indietro tutta per i medicinali di marca. Sulle ricette si dovranno segnalare semplicemente i principi attivi dei prodotti, non più il brand. Che cosa significa? Meglio spiegarlo con un esempio. Di solito fate uso di un antinfiammatorio come l'Aulin? Bene, d'ora in poi sulla prescrizione troverete l'indicazione "nimesulide": in questo modo potrete acquistare il farmaco generico, corrispondente a quello con il logo industriale della Roche (l'Aulin, appunto). Risparmierete voi, risparmierà lo Stato: almeno questo è l'obiettivo del governo. Il provvedimento, appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e già in vigore, sta suscitando reazioni in Sardegna. Dove i medici, attraverso le loro organizzazioni, manifestano perplessità per alcuni ostacoli pratici. E dove invece esprimono grande soddisfazione per la svolta le associazioni per la tutela dei pazienti.

Eccezioni. Ma la rivoluzione segnerà davvero la fine del ricorso ai farmaci griffati in una delle regioni con la spesa per la salute più elevata d'Italia? Per dirlo è presto. Anche perché una cosa sono i costi generali dell'assistenza, un'altra quella, in percentuale ridotta, dei soli medicinali. Che poi continueranno tranquillamente a poter essere commercializzati con marchio se non appartengono alla fascia A dei farmaci rimborsabili dal servizio sanitario. E che saranno ancora prescritti alle decine di migliaia di sardi affetti da patologie croniche: per loro le nuove disposizioni prevedono infatti che tutto continui come prima. Se quindi prendevate un determinato medicinale per combattere l'ipertensione, una depressione o l'ulcera di cui soffrite da anni, utilizzerete ancora lo stesso, senza incontrare ostacoli o intoppi.

Commenti. Ma la questione, naturalmente, è di quelle che suscitano opinioni discordanti. Spiega Franco Boccone, vicepresidente regionale dello Snami, il sindacato autonomo dei medici italiani: «Il fatto che sulle ricette dovrà essere indicato solo il principio attivo può essere giusto, ma solleva diverse problematiche spesso non di semplice soluzione. Intanto, la norma poteva venire scritta meglio: come invece succede da un po' di tempo ci troviamo spesso di fronte a disposizioni di non facile applicazione. Scendendo sul piano pratico, poi, negli attuali sistemi informatici che usiamo per le prescrizioni mancano i programmi con la voce specifica per il principio attivo: in altri termini, soprattutto a metà agosto e in questa prima fase, per il momento sulla ricetta molti colleghi non riusciranno a indicarlo subito perché non è stato ancora codificato a livello ministeriale». «Ma ci saranno altre difficoltà _ prosegue il medico _ Da anni gli specialisti e gli ospedalieri dovrebbero seguire questo stesso criterio nelle prescrizioni. Al contrario, però, nella gran parte delle situazioni ci troviamo di fronte all'indicazione di farmaci con un determinato marchio. Ecco: aspetti del genere, mentre tutti noi dovremmo operare nel medesimo modo, sono destinati a creare confusione e insicurezza perché fa trovare gli ammalati dinanzi a comportamenti non omogenei».

I pazienti. Favorevoli alla rivoluzione i dirigenti del Tribunale del malato. Che, attraverso le associazioni per la difesa e l’orientamento dei consumatori sul territorio dell’isola, sono convinti che la riforma porterà consistenti risparmi per la collettività e per i singoli cittadini. «Come organizzazione abbiamo sempre sostenuto la necessità di questo cambiamento - ricorda Andrea Falchi, vicepresidente dell’Adoc per Cagliari – Oggi viene stabilito un giusto principio, che certo tocca i monopoli delle case farmaceutiche, ma che dà garanzie per la salute a tutti». «A volte si sente fare allarmismo gratuito sui medicinali generici, ma si dimentica di sottolineare che anche loro in tutta Europa sono soggetti a una quantità di controlli a monte tali da fornire assolute garanzie agli ammalati», afferma ancora Falchi.

Famiglie. Chi pensa che invece la rivoluzione provocherà più di un effetto negativo in questo periodo è Sandro Usai, responsabile regionale della Fimmg, la federazione dei medici di base. «Pensiamo agli anziani – dice –Come faranno a orientarsi tra i nomi scientifici dei principi attivi? E poi non bisogna scordare che finora erano proprio i pazienti a pagare di tasca la differenza tra farmaci generici e di marca». «Insomma, al di là delle difficoltà legate al funzionamento dei sistemi informatici e a questo periodo particolare dell’estate – conclude Usai – mi sembra che ci troviamo di fronte a una sorta d’imbroglio istituzional-mediatico».

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