La Nuova Sardegna

Sardex: moneta virtuale, successo reale

Sardex: moneta virtuale, successo reale

Boom di transazioni nel circuito ideato da quattro ragazzi di Serramanna. Il baratto sul web conquista più di 600 associati

03 giugno 2012
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SASSARI. A fargli compagnia ora c’è anche il Sicanex, clone siciliano nato tra febbraio e marzo. E mentre a Torino prende forma il Taurino, due italiani in Francia sono al lavoro per creare il Bonùs. In comune hanno il fatto di non esistere, di non riempire portafogli o conti di banca: eppure tutte rappresentano una boccata d’ossigeno per l’economia agonizzante, una via d’uscita per aziende, commercianti e artigiani che chiedono una mano per non gettare la spugna. Il Sardex ha iniziato ad aiutarli agli inizi del 2009. E dopo un avvio incerto, tra cautela e una buona dose di scetticismo, la moneta virtuale è diventata nell’isola l’àncora di salvezza per oltre 600 operatori che hanno aderito al circuito sardex.net: forma evoluta del baratto, che consente di pagare prodotti e servizi senza attingere al serbatoio, sempre più a secco, di euro. Dopo tre anni, il Sardex viaggia con una percentuale di crescita pari al 370% e un volume di transazioni che ha superato in scioltezza 1 milione di sardex. Una vera rivoluzione firmata da quattro trentenni sardi molto svegli e capaci di guardare avanti.

L’invenzione. In Svizzera c’è il Wir, moneta virtuale creata nel 1929 da un gruppo di imprenditori e ancora utilizzata dopo più di 80 anni. Ma in Italia, prima del Sardex, non si era mai visto nulla di simile. L’idea è figlia di quattro ragazzi di Serramanna – Gabriele Littera, il fratello Giuseppe, Carlo Mancosu e Franco Contu –, ed è nata un po’ per caso, durante una delle tante serate spese a riflettere su come affrontare la crisi e anche a ritagliarsi uno spazio nel mercato del lavoro. Un consulto e la decisione: puntiamo sul web, realizziamo un mercato parallelo governato da un principio nobilissimo, la finanza etica. Un mondo in cui il lucro non esiste, nessuno punta ad arricchirsi alle spalle degli altri, gli interessi sono banditi e tutto gira intorno a un meccanismo di assistenza e sostegno reciproco. Io aiuto te e tu aiuti un altro che dopo aiuterà me a saldare un conto: l’obiettivo finale è la ricerca dell’equilibrio, in cui tutti restano a galla e nessuno affonda.

Come funziona. Ogni associato paga una quota d’iscrizione (in euro) e ha in dotazione un tot di sardex, ognuno dei quali vale un euro. La moneta virtuale viene utilizzata per i scambi all’interno del circuito. Gli esempi sono infiniti. C’è il fruttivendolo che deve tinteggiare il negozio, allora si rivolge alla ditta specializzata. Che, a sua volta, girerà i sardex ricevuti al negozio che vende vernici e pennelli. Quel negozio potrà rispendere i sardex per realizzare il proprio sito web, affidando l’incarico allo studio grafico che aderisce al circuito. La parola d’ordine è fluidità: nessuno accumula sardex, ma li fa girare continuamente in modo da mantenere in movimento l’attività degli associati senza intaccare i conti in banca asfittici. E gli euro a quel punto possono essere utilizzati per altri scopi, come pagare mutui, affitti o bollette. L’ingranaggio degli scambi non si inceppa quasi mai, anche grazie alla prsenza costante dei quattro fondatori – riuniti nel consiglio di amministrazione di cui Gabriele Littera è presidente – e di un broker a disposizione degli associati per promuovere i prodotti, favorire le transazioni e fare in modo che nessuno resti indietro.

Gli associati. Il circuito è aperto agli operatori di tutte le categorie, sono escluse per ragioni etiche le aziende farmaceutiche, le finanziarie e le rivendite di armi. Il requisito fondamentale è operare in Sardegna ed essere una piccola-media impresa. Al momento, all’iniziativa hanno aderito commercianti al dettaglio e all’ingrosso, artigiani, professionisti nel settore del marketing, della comunicazione e dell’informatica e numerose strutture ricettive, soprattutto bed & breakfast, agriturismo, hotel a 3 e 4 stelle. Nella mappa dell’isola, la concentrazione più alta di associati proviene dal Cagliaritano, con oltre 170 aziende. Seguono Sassari e Oristano, in crescita l’interesse in Gallura, nel Nuorese e nelle zone interne.

Le prospettive. Il prossimo passo è l’apertura ai privati, la grande novità alla quale gli ideatori del circuito stanno pensando già da settimane. I vantaggi sarebbero molteplici. Il privato che fa un acquisto su Sardex.net paga in euro e riceve in cambio un bonus in sardex, da rispendere all’interno nel circuito come meglio crede. Dunque, il privato avrebbe un servizio o un prodotto gratis, e anche i sardex da lui versati contribuirebbero a fare girare il sistema.

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