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Edili e industriali in coro: circolo vizioso, lo Stato paghi

Edili e industriali in coro: circolo vizioso, lo Stato paghi

CAGLIARI. Crisi e suicidi, nesso tutto da verificare. Ma una cosa per gli industriali è certa: le difficoltà degli imprenditori sono legate al fatto che spesso non c'è verso di recuperare i crediti....

28 maggio 2012
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CAGLIARI. Crisi e suicidi, nesso tutto da verificare. Ma una cosa per gli industriali è certa: le difficoltà degli imprenditori sono legate al fatto che spesso non c'è verso di recuperare i crediti. Sì, perché è inutile che le entrate siano virtualmente superiori alle uscite, se poi è impossibile riscuotere quanto dovuto. Le imprese rilanciano l'allarme: «Premesso che siamo di fronte a una tragedia – spiega Alberto Scanu, numero uno dell'Associazione industriale sud Sardegna – e che il suicidio non è una soluzione, è proprio vero che in generale le aziende rischiano il tracollo paradossalmente anche per troppi crediti». Conti che non tornano. Anche se in teoria dovrebbero tornare: «Si genera – continua Scanu – un circolo vizioso che a volte parte dai ritardi dei pagamenti alle aziende da parte della pubblica amministrazione. E che, a catena, coinvolge diversi imprenditori. Un problema segnalato in diverse occasioni. I decreti del governo ci sembrano almeno un buon segnale».

Più scettico il presidente regionale dell'Assoedili Maurizio De Pascale: «Conoscevo Gravellino – racconta – un imprenditore molto noto in tutta l'isola. Una tragedia, sicuramente. Stiamo vivendo un momento molto difficile. E le imprese, soprattutto nel nostro settore, ne stanno risentendo molto. Sì, si rischia di fallire perché lo Stato ritarda nei pagamenti. E non mi sembra che i quattro decreti del governo stiano andando nelle direzione giusta: alla fine che cosa si sta facendo? Si rinvia il problema scaricandolo su banche e imprese. Le banche possono anche intervenire, ma per forza di cose chiederanno gli interessi. Invece c'è una sola soluzione. Semplice: lo Stato paghi i suoi debiti, punto e basta». Un suggerimento anche agli amministratori locali: «Bene ha fatto il sindaco di Belluno – continua De Pascale – a sforare volutamente il patto di stabilità: le sanzioni sono sicuramente inferiori ai disagi procurati alla comunità». Una crisi che l'Assoedili denuncia con i numeri: tantissime le imprese del settore, che lavorano soprattutto con il pubblico, che hanno gettato la spugna nel 2011. E anche il 2012 conferma lo stesso andazzo: «Bisogna assolutamente intervenire – ribadisce De Pascale – non conosco il singolo caso, ma immaginiamo cosa possa succedere in un'azienda come quella di Gravellino. Il mancato pagamento a monte da parte della pubblica amministrazione innesca un meccanismo nel quale i privati finiscono, anche nei rapporti tra di loro, in grande difficoltà». Un meccanismo schiaccia-aziende. Problema che anche per l'edilizia, uno dei settori più importanti per l'isola, è stato sollevato a più riprese. (st.am.)

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