La Nuova Sardegna

«Rossella Urru è viva e sta bene»

«Rossella Urru è viva e sta bene»

L’indiscrezione è di un’autorevole fonte spagnola vicina a chi sta portando avanti le trattative per il rilascio degli ostaggi

24 maggio 2012
3 MINUTI DI LETTURA





ROMA. «Rossella Urru è viva e sta bene». Ma bene è sicuramente una parola troppo grossa per una ragazza tenuta in ostaggio nel cuore del deserto del Mali da 215 giorni. La buona notizia è arrivata dal Paese centrafricano attraverso quei soliti sconosciuti canali che finora hanno permesso di tenere accesa la fiammella della speranza. «Elementi inconfutabili sulla sorte della giovane cooperante di Samugheo e dei due spagnoli rapiti con lei il 23 ottobre: il maiorchino Enric Gonyalons e la madrilena Ahinoa Ferndandez de Rincon, sono stati forniti alle autorità spagnole che seguono il negoziato con i terroristi del Mujao», ha scritto il sito Globalist.it affermando di aver ricevuto l’indiscrezione da un’autorevole fonte spagnola particolarmente vicina a chi sta portando avanti la trattativa per la liberazione degli ostaggi. Che in questi giorni era diventata particolarmente delicata a causa del minaccioso ultimatum lanciato dai terroristi del Mujao (Movimento per l’unicità e la jihad in Africa occidentale) che attraverso il loro portavoce, Adnan Abu Walid Sahroaoui, avevano minacciato di uccidere Enric Gonyalons poichè «le trattative sono su un binario morto visto che la Spagna sta rimandando ogni tornata di negoziato. Questi rinvii stanno mettendo a rischio la vita dell'ostaggio Gonyalons».

Da quel momento, era il 16 maggio, qualcosa si dev’essere mossa visto che dopo una settimana i negoziatori spagnoli hanno portato a casa almeno qualche notizia positiva sulla sorte di tutti e tre gli ostaggi. Dopo che i mediatori italiani erano rimasti impantanati nella palude creatasi dopo il colpo di Stato in Mali del 22 marzo e l’arresto dell’esponente del governo maliano che stava facendo da mediatore nella trattativa.

Ma la vicenda è ancora molto ingarbugliata anche perchè in Mali la situazione è molto tesa. I golpisti hanno infatti nominato il capo degli autori del colpo di Stato del 22 marzo, il capitano Amadou Haya Sanogo, nuovo presidente transitorio, al posto di Dioncounda Traorè, che lunedì sera era stato aggredito da dimostranti ed è stato costretto a raggiungere Parigi per farsi curare. La decisione di affidare a Sanogo la guida del Paese è stata presa dai membri del Coordinamento delle organizzazioni patriottiche del Mali, ovviamente schierato con i golpisti. La «missione prioritaria» che è stata conferita al capitano Sanogo è quella di «recuperare l’integrità del territorio con l’insieme delle forze armate, del popolo maliano e dei Paesi amici che vogliono la pace». Chiaro il riferimento al nord del Mali dove i tuareg, i predoni del deserto, dopo la trascinante avanzata nel nord del Mali con la conquista di numerose città, tra le quali la popolosa Gao e la storica Timbuctù, hanno proclamato lo Stato dell’Azawad e quindi la scissione dal resto del Paese. E a Sanogo è anche stato affidato l’incarico di organizzare con un’amministrazione neutrale e imparziale elezioni trasparenti e credibili.

In questo quadro fin troppo caotico, la buona notizia arrivata dalla Spagna potrà restituire un barlume di serenità ai familiari di Rossella Urru e dei due spagnoli e induce anche a un cauto ottimismo. I rapitori non hanno alcuna intenzione di far del male agli ostaggi, che per loro sono solo uno strumento per fare soldi. (plp)

Tribunale

Vita d’inferno in un condominio a Nuoro: padre e figlio accusati di molestie

Le nostre iniziative