La Nuova Sardegna

Elezioni, tra Sel e Psd’Az prime prove di “polo sardo”

Elezioni, tra Sel e Psd’Az prime prove di “polo sardo”

Dialogo su un patto «sovranista», ma il centrosinistra dice: «Prima uscite dalla giunta»

22 maggio 2012
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CAGLIARI. Le elezioni amministrative, che nel resto del Paese si sono concluse ieri con i ballottaggi, in Sardegna si svolgeranno il 10 giugno e 11 giugno. Interessano 65 Comuni che complessivamente contano poco più di 300 mila abitanti. Sarà un test politico per la giunta regionale, per la sua maggioranza di centrodestra e per i partiti. E, intanto, c’è già chi pensa alle elezioni regionali, che, a scadenza naturale, si terranno tra un anno e mezzo: febbraio 2014. Le manovre sotterranee non mancano, benché frenate dalle non poche incertezze politiche di carattere generale: la crisi del Pdl e la frana dell’alleanza di centrodestra tradizionale, il fallimento del terzo polo, l’avvento dei grillini, la discesa in campo di Montezemolo, eccetera.

Ci sono anche dibattiti pubblici sulla prospettiva elettorale regionale. L’ultimo in ordine di tempo (non certo per importanza) si è svolto venerdì a Santa Giusta. Vi hanno preso parte il Pd (c’era Antonio Solinas), Sel (il segretario Michele Piras e il capogruppo Luciano Uras), il Psd’Az (il capogruppo Giacomo Sanna e il consigliere Paolo Maninchedda), l’Udc (il capogruppo Giulio Steri) l’Idv (il capogruppo Adriano Salis) e il consigliere di Indipendentistas Claudia Zuncheddu.

Il tema caldo era quello dei referendum e dell’abrogazione delle Province, ma si è parlato soprattutto – come ha segnalato Maninchedda sul suo blog – di possibili convergenze. Ed è emersa un feeleng tra la delegazione sardista e quella di Sel. In Consiglio Uras, su posizioni molte critiche nei confronto dello Stato per i continui «scippi» alla Sardegna, ha più volte spinto il dialogo verso il Psd’Az, la novità è sembrata la linea di Piras. Il segretario vendoliano, infatti, ha mostrato interesse verso quello che Maninchedda chiama il «sovranismo», ma ha posto condizioni politiche rigide, le stesse del Pd: è necessario che i 4 Mori rompano con la giunta di Ugo Cappellacci. L’idea di Sel e del Psd’Az potrebbe essere quella di un “polo sardo” che superi gli schemi nazionali ma senza sbilanciamenti a destra e che possa consentire all’Udc di allearsi con la sinistra.

Il Psd’Az deciderà al congresso di ottobre. Prima vuole portare a casa qualche risultato, come la legge sulla continuità territoriale. (f. per)

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