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Leishmaniosi, colpita bimba di 14 mesi

Leishmaniosi, colpita bimba di 14 mesi

SASSARI. Un caso di leishmaniosi è stato diagnosticato su una bambina di 14 mesi, ricoverata a Sassari. La piccola è stata sottoposta alle cure appropriate e risolutive della grave malattia. Ora sta...

19 maggio 2012
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SASSARI. Un caso di leishmaniosi è stato diagnosticato su una bambina di 14 mesi, ricoverata a Sassari. La piccola è stata sottoposta alle cure appropriate e risolutive della grave malattia. Ora sta bene ed è tornata a casa. L'episodio arriva a tre anni di distanza dall'ultimo caso di leishmaniosi umana registrato nell'Isola. La diagnosi è stata effettuata grazie all’analisi eseguite dall'Istituto Zooprofilattico di Sassari.

«La leishmaniosi è una malattia trasmessa dagli animali all'uomo (zoonosi), diffusa praticamente in tutti i continenti – spiega il dottor Giuseppe Satta, responsabile del laboratorio di Protozoologia dell'Istituto Zooprofilattico –. A trasmetterla è un insetto-vettore, il pappatacio o flebotomo, che trasporta l'agente patogeno (il protozoo leishmania) dai cani agli esseri umani. I cani, infatti, rappresentano il serbatoio più importante della leishmaniosi, che nel loro organismo può diventare cronica».

La bambina era affetta dalla forma viscerale della patologia, quella più insidiosa, che se non diagnostica in tempo, può portare alla morte. «Il grado di pericolosità della malattia dipende dalle condizioni generali di salute del soggetto colpito, dall'aggressività del patogeno e dal numero di protozoi inoculati dall'insetto vettore –precisa Satta –. Il periodo di incubazione va da quindici giorni a sei mesi e nel caso della bambina siamo convinti di aver contribuito ad arrivare in tempo, perché il risultato degli esami di laboratorio ha permesso di orientare la diagnosi clinica nel senso giusto e di predisporre la terapia del caso».

Una volta iniettati dalla puntura del pappatacio, i protozoi della leishmaniosi si diffondono nel sangue e si moltiplicano. A seconda dei casi può svilupparsi una forma cutanea della malattia, di più semplice risoluzione, o una forma viscerale o sistemica con l'aggressione degli organi interni, (come il fegato e la milza), che determinano una manifestazione clinica più importante.

«Contro la leishmaniosi non sono disponibili vaccini umani, perciò il consiglio è quello di prevenire le punture dell'insetto e tenere sotto controllo i propri cani – spiega il direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico, Antonello Usai –. In ogni caso bisogna evitare le psicosi, perché la malattia non si trasmette con il morso del cane. Più utile, invece, prevenire il rischio e sottoporre ad analisi periodica i propri animali, che in caso di positività, possono essere sottoposti a trattamento farmacologico in grado di evitare il contagio».

Il pappatacio è più piccolo delle zanzare e si muove su distanze di pochi chilometri. Si riproduce in ambienti umidi dove ci sono residui organici (come fogliame e letame) e punge soprattutto all'alba e al crepuscolo.

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