La Nuova Sardegna

Sclerosi multipla, anche nell'isola il metodo Zamboni

Gabriella Grimaldi
Un esame diagnostico sulla sclerosi multipla
Un esame diagnostico sulla sclerosi multipla

Sì del consiglio regionale alla sperimentazione del metodo Zamboni, speranza per i malati di sclerosi multipla, particolarmente numerosi nell’isola

24 marzo 2012
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SASSARI. Una speranza all'orizzonte per gli ammalati sardi di sclerosi multipla. È stata approvata in consiglio regionale la mozione di Daniele Cocco (primo firmatario, ex Idv passato di recente a Sel), Adriano Salis, Giannetto Mariani e Roberto Capelli, che chiedeva di avviare anche nell'isola la sperimentazione del metodo Zamboni, tecnica messa a punto a Ferrara e basata sulla correlazione tra la malattia autoimmune e l'insufficienza venosa cronica.

La mozione, presentata il 9 novembre 2010, e approvata a distanza di quasi un anno e mezzo, fa parte di una lunga serie di atti e interventi portati avanti secondo il principio per cui non si può «negare la speranza» ai tanti sardi ammalati. Daniele Cocco ha affermato in più occasioni che «alla sofferenza, al disagio estremo di quanti vivono una condizione disperata, non si possono più frapporre considerazioni sulla mancanza di certezza che il "Metodo Zamboni" sia o meno risolutivo nel trattamento della devastante patologia, assistendo impotenti ai continui "viaggi della speranza" di quegli ammalati che sono costretti a rivolgersi ad altre regioni o addirittura a ricorrere al "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi».

L'approvazione della mozione in Consiglio regionale coincide con l'avvio della sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna - con 2 milioni e 700mila euro - proprio nell'ospedale dove opera Paolo Zamboni. Quest'ultimo ha messo a punto una tecnica con la quale si disostruisce il circolo venoso attraverso un intervento mini-invasivo di angioplastica dilatativa, da eseguirsi in day hospital. Negli ultimi anni però non sono mancate polemiche sulla presunta mancanza di attendibilità scientifica della teoria di Zamboni. Molti malati, nella speranza di migliorare le loro condizioni di salute, si sono dunque rivolti a strutture di altri Paesi. I risultati comunque raggiunti hanno portato la Regione Emilia Romagna ad avviare la sperimentazione.

In Sardegna, dove l'incidenza della malattia è altissima e si registra un triste primato a livello europeo, ora comincerà il percorso che dovrebbe portare al finanziamento della sperimentazione. Daniele Cocco ha chiesto che in tempi brevissimi si avviino centri di sperimentazione del protocollo con l'adozione di strumenti diagnostici nelle Asl di Nuoro, Sassari e Cagliari.

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