La Maddalena, inquinato il mare del Main Center
Giampiero Cocco
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I sub durante i rilievi e un fondale A destra, il pm Riccardo RossiIeri i periti della Procura hanno depositato le loro relazioni Il danno ambientale riguarda un’area vasta
15 gennaio 2012
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TEMPIO. L'inchiesta sulle bonifiche sottomarine previste per il mancato G8 è alle battute finali. Ieri i periti della Procura hanno depositato le loro relazioni, e dalle carte risulta un inquinamento marino e dei fondali da idrocarburi, metalli pesanti e arsenico ben superiore ai parametri previsti dalla legislazione nazionale. Un danno ambientale esteso ben oltre la fascia di mare campionata.
I risultati delle analisi compiute dal capitano di fregata Fabio Poletto, già comandante della capitaneria di porto di La Maddalena e esperto in geologia, e del biochimico e geologo marino Sandro Demuro, dell'Università di Cagliari, hanno evidenziato lo stato di estrema pericolosità dello specchio d'acqua davanti al Main Center e la ricaduta di materiali inquinanti in un'area sottomarina che si estende ben oltre i nuovi pontili, verso l'isola di Santo Stefano. In mare e nei fondali sono presenti quantità industriali di idrocarburi, piombo, arsenico, zinco, rame e mercurio che pregiudicano e rendono pericolosa non soltanto la balneazione, ma anche la pesca e il transito nell'intera area, che si estende per una decina di ettari.
L'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica Riccardo Rossi, è stata portata avanti dal capitano Umberto Rivetti, del Noe provinciale, che ha tenuto impegnati i carabinieri per oltre due anni. Nell'indagine risultano indagati, per inquinamento ambientale, falso (per le fatturazioni in eccesso) e altri reati, i rappresentanti legali della "Cidonio Spa" - l'impresa alla quale la struttura di missione della Protezione civile guidata da Guido Bertolaso affidò l'incarico di bonificare il tratto di mare dell'ex arsenale - e le ditte subappaltanti che lavorarono nella realizzazione del mancato G8 del 2009. Nel frattempo lo stesso magistrato ha già aperto una seconda inchiesta, riguardante le bonifiche ambientali effettuate a terra - nel Main Center, l'ex arsenale e l'ex ospedale della Marina Militare - e sui costi che per questa intrapresa sono stati sostenuti a carico dello Stato.
Il magistrato inquirente, sin dalla prossima settimana - dopo un ultimo carotaggio affidato ai carabinieri del nucleo subacquei di Cagliari - darà il via libera alla Protezione civile per "completare" le bonifiche a mare. Completare è un eufemismo, essendo l'intera area inquinata di almeno il doppio rispetto le analisi chimico-batteriologiche effettuate dall'Arpa regionale poco prima dell'avvio dei lavori del G8. Le operazioni di bonifica, che saranno a carico della Protezione civile, avranno questa volta un supervisore della Procura della Repubblica, il quale utilizzerà le mappature dei fondali e le analisi dei periti d'ufficio per individuare le zone con la maggior concentrazione di agenti inquinanti.
Dopo le diverse immersioni effettuate dai carabinieri del nucleo sommozzatori, e l'insorgere di dermatiti negli operatori, le mute utilizzate per i lavopri sobacquei sono state sigillate e messe a disposizione, della Procura della Repubblica. Quale ulteriore prova del gravissimo inquinamento ambientale della zona che, stando alle pompose promesse della struttura di missione affidata da Guido Bertolaso a Mauro della Giovampaola e alla "cricca della Ferratella", guidata da Angelo Balducci e Fabio De Santis, del Dipartimento per lo Sviluppo, incaricati della gestione dei "grandi eventi" compreso il G8 maddalenino, avrebbe dovuto diventare il polo turistico di eccellenza del Mediterraneo.
I risultati delle analisi compiute dal capitano di fregata Fabio Poletto, già comandante della capitaneria di porto di La Maddalena e esperto in geologia, e del biochimico e geologo marino Sandro Demuro, dell'Università di Cagliari, hanno evidenziato lo stato di estrema pericolosità dello specchio d'acqua davanti al Main Center e la ricaduta di materiali inquinanti in un'area sottomarina che si estende ben oltre i nuovi pontili, verso l'isola di Santo Stefano. In mare e nei fondali sono presenti quantità industriali di idrocarburi, piombo, arsenico, zinco, rame e mercurio che pregiudicano e rendono pericolosa non soltanto la balneazione, ma anche la pesca e il transito nell'intera area, che si estende per una decina di ettari.
L'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica Riccardo Rossi, è stata portata avanti dal capitano Umberto Rivetti, del Noe provinciale, che ha tenuto impegnati i carabinieri per oltre due anni. Nell'indagine risultano indagati, per inquinamento ambientale, falso (per le fatturazioni in eccesso) e altri reati, i rappresentanti legali della "Cidonio Spa" - l'impresa alla quale la struttura di missione della Protezione civile guidata da Guido Bertolaso affidò l'incarico di bonificare il tratto di mare dell'ex arsenale - e le ditte subappaltanti che lavorarono nella realizzazione del mancato G8 del 2009. Nel frattempo lo stesso magistrato ha già aperto una seconda inchiesta, riguardante le bonifiche ambientali effettuate a terra - nel Main Center, l'ex arsenale e l'ex ospedale della Marina Militare - e sui costi che per questa intrapresa sono stati sostenuti a carico dello Stato.
Il magistrato inquirente, sin dalla prossima settimana - dopo un ultimo carotaggio affidato ai carabinieri del nucleo subacquei di Cagliari - darà il via libera alla Protezione civile per "completare" le bonifiche a mare. Completare è un eufemismo, essendo l'intera area inquinata di almeno il doppio rispetto le analisi chimico-batteriologiche effettuate dall'Arpa regionale poco prima dell'avvio dei lavori del G8. Le operazioni di bonifica, che saranno a carico della Protezione civile, avranno questa volta un supervisore della Procura della Repubblica, il quale utilizzerà le mappature dei fondali e le analisi dei periti d'ufficio per individuare le zone con la maggior concentrazione di agenti inquinanti.
Dopo le diverse immersioni effettuate dai carabinieri del nucleo sommozzatori, e l'insorgere di dermatiti negli operatori, le mute utilizzate per i lavopri sobacquei sono state sigillate e messe a disposizione, della Procura della Repubblica. Quale ulteriore prova del gravissimo inquinamento ambientale della zona che, stando alle pompose promesse della struttura di missione affidata da Guido Bertolaso a Mauro della Giovampaola e alla "cricca della Ferratella", guidata da Angelo Balducci e Fabio De Santis, del Dipartimento per lo Sviluppo, incaricati della gestione dei "grandi eventi" compreso il G8 maddalenino, avrebbe dovuto diventare il polo turistico di eccellenza del Mediterraneo.