La Nuova Sardegna

Da rifare la legge sul golf: «Niente case sulle coste»

Con la legge sul golf c’era la possibilità di costruire sulle coste
Con la legge sul golf c’era la possibilità di costruire sulle coste

La legge regionale sul golf che permette di costruire case e alberghi vicino alle coste in violazione delle norme paesaggistiche, è stata impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale

23 novembre 2011
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CAGLIARI. Quella sul golf era una legge sbagliata. Lo sosteneva il Centrosinistra che decise anche di abbandonare l'aula, ma anche una parte del Centrodestra con i sardisti contrari. Il Consiglio dei ministri l'ha impugnata e ora deciderà la Corte costituzionale.

La decisione di impugnare la legge sul golf era stata già presa dal governo Berlusconi ma l'iter degli uffici è stato completato solo lunedì. Il motivo è quello per cui tutti, nella stessa maggioranza, nutrivano molti dubbi e cioè la violazione delle competenze statali in materia di pianificazione paesaggistica. Tradotto significa che era stata prevista la possibilità di costruire ville e alberghi anche nella fascia costiera senza tenere conto delle norme che considerano le coste un bene paesaggistico d'insieme, e quindi una risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo.

In maggioranza, dopo l'approvazione della legge il 21 settembre, erano aumentati i dubbi tanto che, in occasione della discussione sul piano casa-due, erano state inserite molte modifiche alla legge sul golf. Ma non sufficienti da evitare l'impugnazione alla Costituzionale. Cade un tassello fondamentale dell'impianto scelto dalla Giunta Cappellacci e questo mette a rischio anche il Piano casa due, recentemente approvato, e la struttura del futuro Piano paesaggistico regionale. La Giunta, infatti, ritiene di poter modificare il Ppr senza raggiungere prima la necessaria Intesa con lo Stato.

Tra le contestazioni del governo c'è anche la legittimità dell'esclusione dai benefici delle società che non abbiano sede legale nell'isola ma in realtà questo aspetto è stato modificato successivamente nella legge sul piano casa. Gian Valerio Sanna (Pd), padre del Ppr in vigore, che in aula aveva più volte paventato il rischio della bocciatura della legge, si lascia andare a un po' di retorica: «Finalmente un raggio di sole nella nebbia in cui si trova la Sardegna in materia di gestione del territorio e di attacco alla sua tutela e conservazione», afferma l'ex assessore. La legge impugnata prevede deroghe al Ppr con la realizzazione di una ventina di green a ridosso delle coste e l'aumento di cubature, fra i 3 e 3,5 milioni, per la costruzione di nuovi resort. «Nonostante con la recente approvazione del Piano casa due il Centrodestra abbia corretto alcuni aspetti della legge sul golf», spiega Gian Valerio Sanna, «ora l'impugnativa dimostra che questa legge non si può applicare e dovremo fare i conti con il ministero dei beni culturali per mettere a punto una modifica del Ppr che abbia i crismi di opportunità e ragionevolezza».

Scontata la soddisfazione degli ambientalisti. Stefano Deliperi ricorda che le associazioni Gruppo d'intervento giuridico, Amici della terra e Lega per l'abolizione della caccia avevano sollecitato il ricorso alla Corte costituzionale per la lesione delle competenze statali: «Secondo la legge, la Giunta è autorizzata a modificare il Ppr per individuare le aree dove ubicare i poli golfistici, con gli interventi edilizi connessi, senza rispettare i principi fondamentali della partecipazione di enti locali, associazioni, parti sociali alle procedure di pianificazione e in violazione degli obblighi di copianificazione Stato-regione». Pochi i commenti nel Centrodestra. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha commentato: «Se è necessario apporteremo modifiche». Mario Bruno (Pd): «Modifiche? La verità è che dopo un vuoto di due anni e mezzo la Giunta risponde solo con la propaganda».

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