La Nuova Sardegna

Nessun suicidio, la prof di Alghero è stata strangolata

Andrea Massidda
Orsola Serra e accanto i funerali
Orsola Serra e accanto i funerali

La svolta nelle indagini è arrivata con il coinvolgimento nel caso del Nucleo investigativo provinciale e con l'esito dell'autopsia: il medico legale ha escluso il suicidio. Un delitto quindi, ma volontario o preterintenzionale? - FOTO

05 novembre 2011
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ALGHERO. Orsola Serra non si è suicidata. A dodici giorni dalla sua morte per strangolamento c'è una svolta nel giallo della professoressa algherese trovata cadavere nel letto di casa con una cordicella accanto al corpo. E anche se Procura e carabinieri continuano a mantenere sull'indagine il più stretto riserbo, alcuni elementi inducono a ritenere che l'inchiesta abbia imboccato la strada dell'omicidio. Il segnale che qualcosa era cambiato rispetto alle prime conclusioni è arrivato assieme alla relazione del medico legale e al coinvoglimento del Nucleo investigativo del comando di Sassari.

Chi c'era nell'abitazione di via Togliatti quella notte del 23 ottobre? E perché Orsola, cinquantenne single che amici e colleghi descrivono come una donna spesso sorridente e dalla vita sociale piuttosto vivace, è morta in questo modo misterioso? Qualcuno voleva ucciderla o è stato «soltanto» un incidente? Sono queste le principali domande alle quali il sostituto procuratore Paolo Piras, titolare dell'inchiesta, dovrà dare una risposta. Anche perché praticamente nessuno, in primis la famiglia, ha mai creduto veramente all'ipotesi di un suicidio.

Di sicuro c'è che dopo aver letto il referto autoptico presentato da Franco Lubinu la Procura ha deciso di affiancare ai carabinieri della Compagnia di Alghero, comandati dal capitano Gianluca Zara, i colleghi del Nucleo investigativo di Sassari, agli ordini del capitano Giuseppe Urpi. Il magistrato, insomma, ha deciso di vederci chiaro avvalendosi di una vera e propria task-force specializzata nel risolvere i casi di omicidio più intricati. E contemporaneamente ha aperto un fascicolo procedendo a carico di ignoti, pur senza ipotizzare alcun reato. Il compito dei militari giunti dal capoluogo sarà quello di elaborare i dati già raccolti, di incrociarli con le testimonianze e i racconti di chi conosceva bene Orsola, per poi trovare prove e indizi nuovi.

Una missione molto complicata e delicatissima, al punto che negli ambienti investigativi si parla di «un mistero che ci farà lavorare a lungo». Ancor prima di identificare un colpevole serve capire quale potesse essere l'eventuale movente dell'assassinio, ammesso che di questo si tratti. Le ipotesi prese in considerazione, tuttavia, ora sono tutte nel campo dell'omicidio. Resta da capire se volontario, colposo o preterintezionale. Mentre è stata ormai definitivamente scartata l'eventualità che Orsola si sia tolta la vita intenzionalmente oppure giocando: la corda che l'ha strangolata era troppo stretta, al punto che sul collo sarebbero emersi solchi molto profondi.

A parte il fatto che si tratti di un delitto, però, in questo momento gli investigatori non hanno altre certezze e vorrebbero invece raccogliere le idee per aver un quadro preciso della situazione. Va tenuto conto che dalla morte a quando i carabinieri di Sassari hanno ricevuto l'incarico sono passati molti giorni e che tutto ciò potrebbe complicare le indagini. Di sicuro, gli inquirenti hanno ripreso il caso dal momento in cui il cadavere della donna è stato trovato seminudo dal padre Ettore, un ex ufficiale dell'aeronautica militare che la mattina del 24 ottobre - era lunedì - dopo aver cercato invano la figlia al cellulare e al telefono di casa, si è precipitato nella sua abitazione per poi fare la macabra scoperta e avvertire subito i carabinieri.

Sono stati proprio i parenti a escludere dall'inizio l'ipotesi di un suicidio, dando mandato all'avvocato Elias Vacca di verificare il corso delle indagini. Al momento lo stesso legale sta elaborando un'articolata memoria sulle abitudini della professoressa e soprattutto sulle sue ultime ore di vita. «Sono molti - si limita a dire - gli elementi che non collimano con la tesi del suicidio». Per far luce sulla vicenda, gli inquirenti stanno indagando a tutto campo, senza naturalmente escludere le ricerche all'interno del profilo Facebook della vittima. Orsola compare nel social network con lo pseudonimo di Dafne Calendula (la calendula è una pianta in perenne fioritura). Negli album fotografici online si possono ancora vedere alcune sue immagini scattate durante una performance teatrale. Immagini che alla luce di quanto è accaduto appaiono inquietanti.

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