La Nuova Sardegna

Rubygate, le donne sarde scendono in piazza

Alessandra Giudici, Marcella Chirra, Rosaria Murru, Aurora Salvagno, Ada Lai, Rita Denza
Alessandra Giudici, Marcella Chirra, Rosaria Murru, Aurora Salvagno, Ada Lai, Rita Denza

Gli interventi di imprenditrici, atlete, sindaci, presidenti, dirigenti

11 febbraio 2011
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IL PRESIDENTE «Calpestano la nostra dignità»

SASSARI.
L’importante è che non diventi una manifestazione contro «qualcuno, offrendogli l’opportunità di ergersi a paladino di una libertà confusa con il libertinismo spregiudicato». Quel qualcuno è ovviamente Silvio Berlusconi, chi parla è Alessandra Giudici, presidente della provincia di Sassari, eletta nel 2005, rieletta nel giugno scorso a capo di una coalizione di centrosinistra, esponente del Pd. 55 anni, sposata, due figli (maschi, 20 e 16 anni), Alessandra Giudici domenica sarà in piazza d’Italia, sotto “casa sua”, il palazzo della Provincia. Alla manifestazione ha aderito senza indugiare. Esserci è giusto, dice, «perché la dignità di donne che lavorano, fuori e dentro casa, che si impegnano in politica, nelle associazioni e nel volontariato, oggi è negata da un insopportabile rigurgito di misoginia».

Dunque, tutte in piazza «se non ora quando? Perché è adesso che le donne vengono escluse - dice la Giudici - dalla vita pubblica, dai luoghi dove si prendono le decisioni. Ben venga allora una manifestazione che prova a marcare il limite, a chiedere un serio cambiamento culturale». Una manifestazione in cui emerga, nel caso qualcuno avesse dimenticato cos’è, la vera dignità della donna «quella che in questi giorni viene calpestata e sostituita con un’altra, che per fortuna non coincide con la realtà». E se nessuna può sentirsi rappresentata dal codazzo di starlette che emerge dalla valanga di intercettazioni della procura di Milano, sarà comunque un segnale incoraggiante se nelle piazze domenica si vedranno molte ventenni: le anti «Ruby», sono loro le più attese.

IL SINDACO
«Giusto esserci per dire basta a questo squallore»

LEI. Ci sarà, perché dice che sì, «la dignità delle donne è stata scalfita da tutta questa triste vicenda». Marcella Chirra, 31 anni, avvocato, domenica andrà a Nuoro, nella piazza più vicina al suo paese, Lei, di cui è sindaco dalla primavera 2010. «Ruby e tutto l’esercito di aspiranti soubrette mi infastidisce, sono ragazze che cercano le scorciatorie e i soldi facili. Ma bisogna ricordare che le donne non possono essere rappresentate da Ruby, le vere donne sono ben altro». Per questo si va in piazza, un po’ per mandare al diavolo questo «interminabile periodo in cui sui giornali e in tv si parla solo di sesso, gossip e intercettazioni», ma soprattutto per «ricordare che i veri problemi sono altri. La disoccupazione, quella giovanile e delle donne in particolare - aggiunge Marcella. Di queste emergenze non si parla più. E noi donne ci siamo stufate».

L’IMPRENDITRICE «A testa alta difendiamo il nostro valore»

IRGOLI.
Testa alta e schiena dritta, guai a farsi omolgare dentro questo genere di stereotipi. Ma è sbagliato anche far passare come «vittime le donne del Rubygate, donne che si fanno strumentalizzare e ne sono assolutamente consapevoli». Rosaria Murru, 34 anni, sposata, una figlia di 4 anni e un altro bimbo in arrivo, dice che su bunga bunga e dintorni «sarebbe meglio stendere un velo pietoso». Lei, direttore commerciale del salumificio Murru di Irgoli, laurea a Milano in Economia, in piazza ci sarà con il pensiero. «Sono in malattia, non potrò spostarmi. Ma condivido in pieno la manifestazione, è importante che le donne facciano sentire la loro voce e risollevare la pessima immagine che stiamo dando nel mondo. Ma poi basta, è tempo di voltare pagina: la politica riprenda a fare il suo dovere, a occuparsi finalmente dei problemi della gente».

L’ATLETA «Se potessi ci andrei... di corsa»

ALGHERO. Se potesse, ci andrebbe... di corsa. Ma non può, perché domani deve partire per il Belgio: domenica l’aspetta una gara importante. Altrimenti Aurora Salvagno, 25 anni, velocista di Alghero, sarebbe stata in piazza, portavoce di una generazione di giovani donne che vuole prendere le distanze «da quell’altro genere di donne di cui tanto si parla in questi giorni». Aurora, che quattro mesi fa si è sposata con un ragazzo di Bari, confessa di essere un po’ stanca del martellamento mediatico: «Vorrei che si parlasse di meno di queste vicende, mi aspetto che venga fatta chiarezza su tutta la vicenda e che si riprenda ad affrontare temi più importanti. Quelli del lavoro, delle difficoltà in particolare che vivono tutti i giorni i giovani della mia età. Quelli che provare a costruirsi un futuro in maniera onesta e senza cedere a compromessi».

LA DIRIGENTE «Non ci penso proprio, io protesto per ragioni serie»

CAGLIARI. Non ci sarà, non ci pensa neppure. «Perché se manifesto in una piazza lo faccio per difendere il diritto al lavoro, alla ricerca, lo faccio perché mio figlio studia a Roma e vorrei che rientrasse a Cagliari. Certamente non vado in piazza per protestare contro il gossip, contro accuse che devono ancora essere provate». Lei è Ada Lai, 61 anni, da due settimane dirigente dell’assessorato regionale al Turismo. Sostenitrice di Berlusconi, «un signore molto impegnato, che non credo abbia il tempo di fare tutte quelle cose. Senza considerare che ha 75 anni...». Sposata, tre figli, tutti maschi, Ada Lai aggiunge che «Berlusconi è uno che le donne le valorizza, basta contare quanti ministri e sottosegretari ci sono nel suo governo», e che le rivendicazioni vanno fatte per ragioni serie, non per le dichiarazioni di «attricette sulla cui sincerità dubito moltissimo».

LA RISTORATRICE «Cose già viste, perché stupirsi?»

OLBIA. Andare in piazza non le piace «neppure per ragioni più serie». Dunque domenica non ci sarà, la sua giornata la trascorrerà tra i tavoli, come sempre. Rita Denza, 75 anni, proprietaria del ristorante «Gallura» di Olbia, fa spallucce: «Non condivido la manifestazione. Né l’indignazione per cose che in fondo sono sempre esistite. Le donne in balìa degli uomini di potere c’erano anche in passato, in Italia come in tutto il mondo. La differenza è che allora non se ne parlava, oggi invece se ne parla troppo». Sulle ragazze, la critica è severa: «Sono immature, vogliono fare carriera. Sbagliano, se ne accorgeranno».
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