La Nuova Sardegna

Ostetricia, chiusura definitiva

Maria Giovanna Fossati
L'ospedale di Sorgono
L'ospedale di Sorgono

I dirigenti Asl scoprono le carte e annunciano la fine del reparto

19 gennaio 2011
2 MINUTI DI LETTURA





 SORGONO. Il numero dei parti è troppo basso, per questo nel piccolo ospedale San Camillo del non si potrà più nascere. Ma resteranno nel territorio i servizi di assistenza per mamma e bambino, con le ecografie, i controlli ginecologici, e l'assistenza dopo il parto.  Nel San Camillo potranno essere affrontati solo i parti "precipitosi", ovvero quelli che arrivano all'improvviso. I dirigenti della Asl di Nuoro, nella conferenza socio-sanitaria di ieri mattina in Provincia, hanno scoperto le carte: la chiusura del punto nascita di Sorgono è definitiva e non temporanea così come è stato scritto nero su bianco il 10 gennaio. I motivi della chiusura stanno nell'atto che si è concretizzato nella conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre scorso: «Il patto per la salute» tiene conto dei dettami dell'Organizzazione mondiale della sanità e detta i numeri, cui il san Camillo non si avvicina neanche lontanamente. L'Oms sancisce in almeno 1.000 la soglia delle nascite per anno in un ospedale, al fine di garantire sicurezza in sala parto. La Regione, data la condizione particolare del territorio in Sardegna, ha deciso di dimezzare il dato: secondo l'assessore della Sanità, Antonello Liori, anche 500 nascite all'anno possono dare vita a un punto nascita sicuro. Ma Sorgono è sempre distante dal numero dimezzato: mediamente i parti al San Camillo sono 100 all'anno, nel 2010 sono aumentati a 120. Per il presidente della Provincia Roberto Deriu questa è l'ennesima emergenza da affrontare contro lo spopolamento del Mandrolisai. Ed è emergenza anche per gli amministratori locali. Spiega Lucia Chessa, sindaco di Austis: «Contrasto il metodo di applicazione del provvedimento, che arriva senza un'informazione preventiva. Apprendiamo che le nostre donne non partoriscono in un ospedale sicuro perché ci sono poche nascite. Qualche mese fa ci hanno detto che la scuola non era di qualità, perché c'erano pochi alunni. Sono stanca di non avere diritti. Urgono decisioni politiche che nulla hanno a che vedere con le risposte tecniche dell'Asl». La Direzione della Asl, rappresentata dal nuovo commissario straordinario Mariano Meloni e da Antonio Onorato Succu, responsabile del settore materno infantile, ha fatto appello al senso di responsabilità dei sindaci presenti (Meana, Teti, Desulo, Belvì, Tiana, Gavoi). In serata arriva anche il commento dell'assessore Liori: «Si applicano i dettami previsti nel Patto per la salute del Governo nazionale. Sono cambiamenti delle funzioni esistenti e modifiche dell'organizzazione dei singoli presidi». Deriu, intanto, prende tempo per decidere.
In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative