La Nuova Sardegna

CASO AGILE-EUTELIAIn manette Antonangelo Lioriè accusato di bancarotta fraudolenta

Roberto Paracchini
Caso Eutelia
Caso Eutelia

L'imprenditore giornalista, Antonangelo Liori, è finito in carcere. L'ex direttore dell'Unione Sarda è stato prelevato venerdì mattina nella sua abitazione di Cagliari dagli uomini della Finanza su mandato della Procura di Roma. Liori è accusato di bancarotta fraudolenta: avrebbe fatto fallire la società Agile-Eutelia

10 luglio 2010
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CAGLIARI. Antonangelo Liori, ex direttore de L’Unione Sarda, è finito a Buoncammino. L’imprenditore giornalista è stato prelevato ieri mattina alle sette nella sua abitazione di Cagliari dal gruppo della Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica di Roma.

L’accusa. Liori è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta perchè imputato, assieme ad altre sette persone, di aver provocato il fallimento della società Agile «al fine di spogliarla», affermano gli inquirenti, dei suoi valori materiali e immateriali («asset») e «di sottrarre la garanzia ai creditori più importanti, i circa duemila dipendenti».

L’indagine, iniziata a novembre del 2009, ha ricostruito un articolato sistema di frode che ha coinvolto il gruppo Agile-Eutelia, che comprende un insieme di società (collegate tra loro col sistema delle scatole cinesi) che operano nel settore delle telecomunicazioni e dei call center: Libeccio, Omega, Agile ed Eutelia. Vol-2, pur essendo un’emanazione di questo intreccio, non è coinvolta nell’operazione di ieri.

Gli arrestati. Liori è finito in manette in quanto considerato «dominus» del gruppo Omega. Il termine, ha spiegato il colonello Gavino Orecchioni (comandante del gruppo di Cagliari della Guardia di Finanza), «è stato scritto nel documento della Procura di Roma e indica il vero proprietario della società».

Assieme a Liori sono stati arrestati anche Samuele Landi (presidente del comitato d’amministrazione di Agile, nonchè amministratore di Eutelia), Pio Piccini (presidente e amministratore delegato di Omega, nonchè amministatore unico di Agile), Leonardo Pizzichi (presidente del Cda di Eutelia), Claudio Marcello Massa (in quanto amministratore di fatto di Agile e pro tempore di Omega), Marco Fenu (dirigente di Agile e tesoriere del gruppo Omega), Salavatore Riccardo Cammalleri (ad unico e procuratore di Agile) e Isacco Landi (consigliere d’amministrazione di Eutelia).

Sono state anche eseguite 22 perquisizioni tra Milano, Torino, Siena, Arezzo, Roma, Terni, Cagliari e Nuoro (queste ultime riguardano le abitazioni di Liori).

L’indagine. Gli incarichi degli otto personaggi convolti mostrano l’intreccio e il particolare coinvolgimento di Liori come - secondo gli inquirenti - «dominus» del gruppo Omega. Gli avvenimenti che hanno fatto scattare l’indagine, esposti ieri mattina a Roma dai pm della Procura Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Francesca Maria Loy, sono iniziati a seguito della cessione della società Agile Srl da parte della Eutelia Spa (quotata in borsa).

L’esame di questo passaggio ha «consentito di accertare» che gli acquirenti «erano riconducibili» a una serie di persone (raggiunte ieri dai provvedimenti restrittivi della libertà personale), che nello stesso periodo in cui avvenivano le cessioni accennate, hanno operato con dolo ai danni di Agile.

L’ammanco. In particolare afferma la Guardia di Finanza, «hanno avviato numerose trattative finalizzate ad acquisire altre società in situazione di grave crisi, operanti nei settori delle telecomunicazioni, dell’It (Information technology), della logistica e dell’immobiliare». Ma non si sarebbe trattato di operazioni neutre, bensì di una «colossale operazione» volta, come accennato, a provocare il fallimento di Agile.

In questo quadro c’è stata una «distrazione complessiva» di 11 milioni e 179mila euro da Agile e la sottrazione di crediti dalla stessa società, «ceduti senza corrispettivo a garanzia di obbligazioni assunte da altri soggetti», per altri cinque milioni e 529mila euro.

I sindacati. «Vogliamo ringraziare la magistratura per il lavoro che sta facendo per l’accertamento dei fatti», afferma in un comunicato la direzione nazionale della Fiom-Cgil, che su tutta la storia aveva presentato un esposto alla magistratura.

In questa vicenda, continua il sindacato, i lavoratori sono stati «danneggiati pesantemente da comportamenti e azioni». Mentre l’operato della magistratura, «presidio democratico, rende evidente il tempo trascorso in assenza di un intervento istituzionale».

La Fiom-Cgil, costituitasi come parte civile dei lavoratori, precisa anche che gli «arresti ci danno ragione». E chiede alla Confindustria di prendere posizione contro questi comportamenti.
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