La Nuova Sardegna

L'orto botanico non apre, i laboratori sì

L'orto botanico non apre, i laboratori sì

Dopo le polemiche inaugurata una parte del progetto nato oltre dieci anni fa

20 ottobre 2009
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SASSARI. «Chiedo scusa ai sassaresi che da tanti anni stanno aspettando l’orto botanico. Purtroppo dovranno avere ancora un po’ di pazienza». Con queste parole il rettore dell’università Alessandro Maida ha inaugurato una parte della faraonica struttura che sorge fra via Piandanna, via Amendola e la strada per Ittiri. Per adesso l’unico ma ingombrante segno tangibile di un progetto, quello dell’orto botanico appunto, partito più di dieci anni fa. Scuse più che opportune vista la delusione di quanti, dall’annuncio della realizzazione dell’opera in poi, avevano atteso di vedere spuntare un grande parco di specie provenienti da tutto il mondo, un bellissimo spazio verde fruibile da tutta la comunità e invece si sono trovati davanti un gigantesco intrico si vetro, cemento e mattoni rossi disteso su quelli che una volta erano i veri orti della città.

Le polemiche in questi lunghi anni si sono sprecate soprattutto fra i detrattori dell’opera architettonica, considerata alla stregua di un ecomostro, e coloro che hanno condiviso e apprezzato il progetto realizzato dall’architetto Vanni Maciocco.

Di sicuro si tratta dell’opera più imponente della città e non solo per volumetrie, visto che alla fine sarà costata poco meno di sessanta milioni di euro. A lavori completati, come ha spiegato ieri il rettore a una platea di addetti ai lavori ma anche al solito parterre di politici locali, l’edificio, che oggi è già occupato per un quarto della sua estensione, ospiterà la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ma anche alcune strutture biologiche della facoltà di Medicina, centri di ricerca interfacoltà, i musei naturalistici e tecnologici dell’ateneo, il planetario (che all’esterno si presenta come una grande cupola argentata), un settore con aule e laboratori didattici.

All’interno del primo lotto, inaugurato ieri con la benedizione dell’arcivescovo Paolo Atzei,
stanno già lavorando i tecnici e i docenti del dipartimento di Botanica, Ecologia e Geologia. Due piani di quello che appare come un infinito corridoio rivestito in marmo, sono destinati ai laboratori della facoltà, un altro agli uffici amministrativi mentre all’ultimo piano troverà spazio la presidenza. Da settembre si stanno svolgendo lezioni e hanno avuto luogo alcune sessioni d’esame.

Resta da completare tutto il resto: circa 9 ettari di superficie compreso l’orto per i quali al momento non ci sono fondi disponibili. Il problema è proprio questo, trovare i venti milioni necessari per portare a termine i lavori è la patata bollente che il rettore uscente passa al successore Attilio Mastino. Intanto Maida ieri ha lanciato un appello affinchè tutte le istituzioni cittadine diano una mano. «Si tratta di un’opera monumentale - ha detto il sindaco Gianfranco Ganau - che deve essere assolutamente portata a termine. Da parte dell’amministrazione comunale ci sarà tutto l’appoggio necessario. Non bisogna infatti trascurare che l’orto botanico, una volta completato sarà, oltre che una struttura di alto livello scientifico, anche un’attrattiva turistica che non potrà che far bene alla città».

Ha incentrato il suo intervento sulla necessità di «battere cassa» con forza alla Regione la presidente della Provincia Alessandra Giudici. «È ora che Cagliari volga lo sguardo verso il nostro territorio. C’è bisogno di aiuto in tantissimi settori, e invece ci scontriamo sempre con il fatto che finanziamenti importanti, e già dati per certi, si sono misteriosamente volatilizzati».

Certo non si può dire che la storia dell’orto botanico non sia stata travagliata. Nato nei primi anni Novanta il progetto ha avuto una prima tranche di finanziamento Cipe pari a 74 miliardi di lire. La gara d’appalto era stata vinta dalla ditta Astaldi con un ribasso d’asta del 32 per cento. I problemi però erano sorti con la concessionaria Proger con cui l’università aveva sottoscritto un contratto nel 1992. Continui disaccordi avevano portato alla rescissione del contratto con la presa in carico dei lavori direttamente da parte dell’università.

Dopo tante traversie ed enormi perdite di tempo si è arrivati alla conclusione del primo lotto. Per vedere qualcosa che assomigli a un orto botanico, fra reperimento dei fondi, proseguimento dei lavori e piantumazione delle specie, ci sarà da attendere ancora molti anni. All’inaugurazione sono intervenuti anche il preside della facoltà di Scienze Giovanni Micera e il preside della facoltà di Architettura Vanni Maciocco che ha illustrato nei particolari il progetto e il significato che un’opera del genere può avere nell’ambito urbanistico della città.
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