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Sanità

Incontinenza, l’Asl di Oristano nella bufera: «Cambia male le regole e copia i moduli dal Piemonte»

di Enrico Carta

	Presidi per pazienti che soffrono di incontinenza
Presidi per pazienti che soffrono di incontinenza

La protesta della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale. Il segretario Peppino Canu: «Norme complesse che aumentano la burocrazia e non aiutato i pazienti»

02 maggio 2024
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Oristano L’Asl cambia le regole per le forniture di pannoloni e altri presidi per persone incontinenti e, non solo copia pari pari il modulo utilizzato in Piemonte, ma soprattutto scatena la protesta dei medici di medicina generale iscritti alla Fimmg. È una comunicazione del segretario provinciale del sindacato, Peppino Canu, a chiarire i contorni della vicenda, iniziata «Senza alcun incontro preliminare sulle problematiche inerenti la prescrizione e la comunicazione delle nuove modalità prescrittive dei presidi. Tali modalità, sorprendentemente e totalmente difformi da quelle previste dalla Regione e pubblicate sul sito Sardegnasalute, prevedono la compilazione di un modulo deliberato dalla regione Piemonte e non dalla regione Sardegna ed evidentemente copiato acriticamente e che riporta in calce la dicitura: “Per la diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria è possibile fare riferimento alla Rete Piemontese dei Centri. L’elenco completo è reperibile sul sito della Regione Piemonte all’indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/sanita/program_sanita/incontinenza/dwd/livello1.pdf ».

Si tratta di un inciampo che suscita ilarità, l’arrabbiatura è invece frutto delle nuove disposizioni «con le quali viene chiesto che il medico di medicina generale faccia una valutazione preliminare non solo quantitativa, ma anche della tipologia della incontinenza e una valutazione sulla ritenzione che può avvenire solamente attraverso un’indagine ecografica; il tutto registrato su un modulo con ventisei opzioni diverse».

Non è però tanto questa parte della richiesta a preoccupare, quanto ciò che segue e che Peppino Canu riassume: «Sarebbe comprensibile se nella seconda parte del modulo non venisse richiesta una valutazione per individuare e “definire il tetto corrispondente di ausili erogabili a carico del servizio sanitario regionale” che comporta, da parte del medico, un’indicazione sulla modularità della prescrizione e un ulteriore calcolo sul numero di presidi necessari da porre in relazione al costo di della fornitura, variabile e a sua volta legata alla tipologia di panni necessari. Inoltre le “Variazioni quantitative e qualitative nella fornitura di assorbenti, che prevedono un aumento del valore economico della fornitura, richiedono un nuovo piano terapeutico con diagnosi circostanziata attestante l’aggravamento o la variazione della patologia”».

Per il sindacato «Non si rasenta il delirio, ma ci si entra dentro sino al collo. In un periodo dove il carico burocratico è diventato un insostenibile ed è una concausa non secondaria della disfunzionalità della medicina generale; in un periodo dove la mancanza medici di medicina generale, una richiesta come quella appena notificata sembra progettata per incentivare questi aspetti critici della medicina generale: aumento del carico burocratico, fuga di chi può e tenere alla larga chi potrebbe entrare in convenzione».

A questo punto la Fimmg trae le proprie conclusioni: «Nell’ottica della riduzione del carico burocratico, tanto sbandierato sui media, questa ulteriore procedura è l’ennesima inutile insostenibile e perversa pastoia per rallentare e distogliere ancora di più i medici dalla attività clinica sui pazienti e per creare ulteriore disagio a chi ha necessità dei presidi». Quindi vorrebbe che restasse in vigore la procedura precedente sia per le prescrizioni che per la compilazione del questionario che dovrebbe essere «a cura del paziente o di chi lo assiste», in modo che il medico di medicina generale «valuti e riporti solamente il grado di gravità della incontinenza». C’è poi un’altra serie di aspetti tecnici che vengono indicati per il piano terapeutico e i suoi rinnovi assieme alle soluzioni per evitare che ci si trovi di fronte a «un notevole incremento delle richieste di consulenze specialistiche (urologiche, ecografiche, urodinamiche), senza un reale beneficio per i pazienti assistiti, e con allungamento delle già infinite liste d’attesa».

Tirando le somme la Fimmg di Oristano chiede che le nuove modalità prescrittive vengano prontamente ritirate e siano ripristinate quelle previste dalla Regione. «L’affermazione del direttore dell’Asl: “Ci auguriamo che i disagi registrati in passato vengano finalmente superati” trova la Fimmg pienamente d’accordo ma che, da quanto riferiscono i cittadini, i disagi diffusamente lamentati siano frutto della scarsa continuità nel servizio e nella scarsa qualità dei presidi, certamente non dalla valutazione della incontinenza da parte del medico», conclude Peppino Canu.

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