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Da sindaco di Neoneli al seggio in Regione, la ricetta di Salvatore Cau per il territorio

di Enrico Carta

	Salvatore Cau, consigliere regionale del centro sinistra per Orizzonte Comune
Salvatore Cau, consigliere regionale del centro sinistra per Orizzonte Comune

Le interviste ai consiglieri regionali eletti in provincia di Oristano. Esponente del centro sinistra per Orizzonte Comune individua le priorità da portare avanti in questi cinque anni di governo

22 aprile 2024
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Oristano Da sindaco di un paese con poco più di seicento abitanti a consigliere regionale esordiente. Il passo è da gigante e Salvatore Cau l’ha compiuto con le sue 940 preferenze, più votato in provincia per la lista Orizzonte Comune nel Campo largo. «Sono tutti voti miei, non ho avuto alle spalle partiti o sostenitori pesanti di quelli da pranzi e cene – scherza, ma non troppo – il primo impatto con il consiglio regionale è stato emozionante, sento la responsabilità di dover non più rappresentare esclusivamente una piccola comunità, ma l’intera Sardegna e ciò comporta un cambio di prospettive e di mentalità». Sebbene il territorio da cui proviene, il Barigadu, resti quello di riferimento, pensa che un buon consigliere «non si debba fermare agli stretti confini dell’area geografica da cui proviene».

L’ESPERIENZA DA SINDACO Però le radici non si possono spezzare e ciò che si tocca con mano dove si vive non può non influenzare l’azione. Non è un caso che il suo primo pensiero vada allo spopolamento «l’emblema dei problemi della Sardegna. Non ci si deve però fermare alla prospettiva che garantisce l’essere alla guida di un piccolo Comune, per quanto l’esperienza sia lunga visto che lo amministro da quattordici anni». Pur senza scomodare Copernico per Salvatore Cau «serve una rivoluzione culturale nel modo di pensare la nostra terra. Serve al politico, ma la deve compiere anche il cittadino. Ragionando da politico dico che non possiamo più lavorare sulla base dei meri numeri separando i territori in base a quante persone li abitano. Se continuiamo a fossilizzarci su questo nell’indirizzare le risorse, non si risolve alcun problema: città e campagna, coste e zone dell’interno devono essere vasi comunicanti».

I COLLEGAMENTI INTERNI È il viatico per risolvere proprio la piaga dello spopolamento, magari cominciando dal problema strade «che per il Barigadu è devastante. Quando parlo della necessità di avere servizi a disposizione di tutti, non intendo che ogni paese debba avere nel proprio comune ogni cosa. Sarebbe sufficiente che le località siano facilmente raggiungibili per avere quell’osmosi di cui parlavo prima. Anche arrivare a Ghilarza, che è il centro più grande della zona, sta diventando un’impresa». L’effetto domino del miglioramento dei collegamenti e dei trasporti interni avrebbe ricadute nella sanità e nell’istruzione, «la facilità negli spostamenti equivale a spalancare la porta all’utilizzo degli altri servizi».

L’IMPORTANZA DEL LAGO Fermarsi però al solo elenco delle cose che non vanno, rischierebbe di far passare in secondo piano peculiarità come l’agricoltura, l’allevamento e una cultura assolutamente originale. «Sono tutti aspetti da mettere a sistema, senza però essere autoreferenziali. Vivo e amministro una zona poco antropizzata, fatto che deve diventare realmente un punto di forza, ma le contaminazioni positive dall’esterno devono essere continue». A proposito di peculiarità non si può non guardare al lago Omodeo, che Neoneli ammira dall’alto e che è uno dei grandi punti interrogativi dell’Alto Oristanese. «O tutti i sindaci credono nel potenziale che rappresenta e questo potenziale lo sviluppano assieme oppure ci si metta una pietra sopra – prosegue –. È inutile citarlo sempre come il fulcro dello sviluppo se poi non si agisce compatti perché lo sia davvero. Così non può essere un’attrattiva turistica, e se vogliamo che lo diventi occorre provvedere immediatamente a un risanamento ambientale ampio e duraturo, anche trovando un’alternativa logistica al poligono per l’addestramento delle forze militari e di polizia, che nei giorni di attività interdisce ogni altro utilizzo dello specchio lacustre. Fatte queste cose, si deve cominciare a mettere a sistema la ricettività che già esiste, accompagnandola alla bellezza del territorio e alla cultura che è capace di esprimere con eventi culturali di qualità. Come in Barbagia c’è una miriade di appuntamenti per l’autunno, noi dobbiamo essere capaci di fare nostra la primavera: Muristenes in Beranu è un esempio virtuoso». Parole dette mentre sullo sfondo campeggia la figura di AntonioGramsci, «personaggio storico di portata mondiale. Non importa se la Fondazione ha sede a Ghilarza e non in un altro comune. Ciò che importa è che stia facendo un gran lavoro. Il territorio dovrebbe unire le forze e dare la spinta decisiva». Smaltita l’emozione dell’esordio inizia il percorso. (2/continua. Sul nostro sito, nella sezione della cronaca di Oristano trovate tutte le interviste in versione integrale)

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