La Nuova Sardegna

Oristano

Comuni contro la Regione per il salvamento a mare 

di Simonetta Selloni
Comuni contro la Regione per il salvamento a mare 

I sindaci dei centri costieri dell’Oristanese uniti per evitare di restituire i fondi Il rischio è che ci siano i buchi nei bilanci e che non parta il servizio per quest’anno 

11 giugno 2017
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ORISTANO. Torrette di avvistamento desolatamente vuote, pattini in secca e bandiere ammainate. Perchè il rischio concreto, per la stagione balneare 2017, è che nessun comune costiero riesca a predisporre il servizio di salvamento a mare. Visto che sulle amministrazioni è caduta la tegola della richiesta da parte della Regione di restituzione dei fondi per il servizio del 2016. Tecnicamente, i fondi non sono stati ancora liquidati, perché funziona così: i Comuni anticipano, poi sulla base delle rendicontazioni i fondi vengono liquidati. Quest’anno, no: c’è il pasticciaccio delle rendicontazioni non riconosciute dalla Regione a bloccare tutto. Le amministrazioni passano alla controffensiva: i sindaci, oltre che una protesta formale già inviata, si sono autoconvocati per martedì alle 10 nella sala giunta della Provincia per decidere una linea comune che scongiuri la restituzione e trovare una soluzione che salvi oltre che dai buchi nei bilanci, anche la stagione di salvamento a mare 2017.

E così i primi cittadini da Bosa a Arbus, passando per Magomadas, Tresnuraghes, Cuglieri, Narbolia, San Vero Milis, Cabras, Oristano, Santa Giusta, Arborea e Terralba, hanno aderito all’appello del sindaco di San Vero Milis, Luigi Tedeschi. Il problema è emerso a fine maggio, quando i dirigenti degli uffici tecnici dei Comuni costieri sono stati convocati in Regione dove hanno appreso la brutta notizia. Cioè, il fatto di aver affidato il servizio di salvamento ad associazioni di volontariato escluderebbe la possibilità del rimborso, fatte salve le spese per il pranzo, 5 euro al giorno a bagnino. Un po’ pochino: ogni Comune ha speso in media circa 15mila euro per il 2016. Peraltro, il personale specializzato per il salvamento a mare non abbonda: le associazioni di volontariato sono le uniche che ne dispongono. Con loro, gli enti locali hanno stipulato contratti considerandoli operatori economici. Lo scorso anno nessuno aveva detto loro che non si poteva fare. «Per noi è un problema, crea un buco nel bilancio che deve essere compensato. E se non cambia qualcosa, non si vede come si possa pensare al salvamento a mare per il 2017» sottolinea il sindaco di Arborea, Manuela Pintus. Per il sindaco di Santa Giusta Antonello Figus non c’è alternativa: «Sistemeremo i cartelli avvisando l’utenza che non c’è servizio di salvamento. Se non si sblocca la situazione». Nel litorale delle bandiere blu, arancioni, verdi su accoglienza, salubrità, 10 e lode per bambini e via discorrendo, le bandiere bianche e rosse dei bagnini potrebbero stare nei depositi.

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