La Nuova Sardegna

Oristano

Dal centro storico a Torregrande, i candidati e la città che sognano  

di Roberto Petretto
Dal centro storico a Torregrande, i candidati e la città che sognano  

Nella sala dell’Unifidi si sono confrontati cinque dei sei aspiranti alla conquista del Comune Il dibattito organizzato dalla Nuova: scontro su commercio, turismo, condivisione e centro storico

02 giugno 2017
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ORISTANO. Un dibattito all’insegna del fair play, senza colpi bassi o risse, che forse è servito agli elettori ancora indecisi a farsi un’idea delle differenze e delle visioni dei candidati alla poltrona di sindaco. Ieri sera la sala riunioni della Unifidi e della Confcommercio era gremita per il confronto organizzato dalla Nuova Sardegna. Un confronto a cinque, vista la defezione della candidata del Movimento 5Stelle. Patrizia Cadau già mercoledì sera aveva annunciato il suo “no” a causa del fatto che il dibattito avrebbe dovuto essere ripreso dalla tv oristanese Nova con cui la candidata ha avuto dei problemi tanto da arrivare a rinunciare a qualsiasi apparizione su quella emittente. L’ostacolo era stato poi rimosso perché la direzione de La Nuova Sardegna aveva concordato con Nova Tv la rinuncia alle riprese pur di avere tutti i candidati presenti, per rispetto ai lettori. È stato inutile: Patrizia Cadau ha ribadito il no: la nuova soluzione sarebbe arrivata «troppo tardi» e quindi erano stati presi altri impegni.
Il dibattito c’è stato ugualmente, come è ovvio.
Si è parlato subito di cose concrete: come realizzare i programmi per la città del futuro, con Comuni sempre più poveri e trasferimenti statali sempre più ridotti?
Maria Obinu (Noior, Oristano nel cuore, Psd’Az, Pd, Psi, Valore Comune): «Ho vissuto le dinamiche del prelievo forzoso dalle casse del Comune. Nel 2016 è stato di quasi 2 milioni. I criteri sono da rivedere: non è possibile che Bidonì abbia trasferimenti per 3mila euro l’anno pro capite e Oristano 300».
Filippo Martinez (sostenuto da tre liste civiche raggruppate per competenze): «Reperire fondi sarà sempre più difficile. Manca la progettazione, creeremo un ufficio progetti e visioni. In parte c’è già, ma non funziona. Per recuperare i soldi che ci devono creeremo una sorta di team di avvocati senza frontiere che combatteranno per i diritti costituzionali e contro le vessazioni».
Anna Maria Uras (Coraggio e libertà): «L’obiettivo primario deve essere quello di portare uno sviluppo imprenditoriale importante, non solo per la città, ma anche per gli altri Comuni. Oristano deve essere capofila della rete territoriale».
Vincenzo Pecoraro: (Cittadini per Oristano, Idee rinnovabili, Pds e Udc): «Lavorando nel settore della sanità ho imparato a far funzionare le cose con pochi soldi. Bisognerà produrre ricchezza e servizi. Il Comune deve riorganizzare la macchina comunale, facendo lavorare la gente dove rende di più, potenziando l’ufficio tecnico, anche se la lentezza di certe procedure non dipende da loro».
Andrea Lutzu (Forza Italia, Fortza paris, Fratelli d'Italia, Un'altra Oristano, Riformatori): «Bandi europei, credito sportivo, banca europea: ecco le fonti di finanziamento da tenere in conto. Realizzare un masterplan per Torregrande, con un accordo pubblico-privato. E poi l’area vasta, che vuol dire risparmio».
Che tipo di turismo per Torregrande?
FM: «Dio non è contento per come stiamo usando il territorio. Mi ha detto: “vi state comportando da imbecilli”. La parola turismo non mi piace: parlerei di accoglienza. Oristano è una capitale orgogliosa, la sua bellezza va messa a disposizione di tutti».
AU: «Lo sviluppo turistico di Torregrande è legato a quello del porticciolo, al suo sviluppo e alla sua funzionalità. E poi ai servizi, ai collegamenti. Uniamo Torregrande al porticciolo e facciamone una vetrina delle nostre eccellenze».
VP: «Serve una politica di inserimento delle attività commerciali, una ricettività diffusa dal pontile al porticciolo. Sul porticciolo il problema è economico: i 5 milioni disponibili non bastano. Penso a viabilità, piste per attività sportive all’aperto e la creazione del più grande parco acquatico della Sardegna».
AL: Vanno coordinati Pul, Puc e Piano particolareggiato: così si incrementerà la ricettività turistica. Albergo diffuso e altri modi di avere posti letto compatibili con uno sviluppo ecosostenible. 5 milioni sono disponibili dal 2011: se fossero stati spesi per tempo, forse ne sarebbero arrivati altri. Bisogna creare un asso tra Torregrande e la zona sportiva di Sa Rodia»
MO: «CI sono le potenzialità, ma pochissimi posti letto. La situazione si invertirà con il progetto Ivi, grazie al quale incasseremo 2,7 milioni di euro di oneri concessori che reinvestiremo su Torregrande».
Va bene la Sartiglia, ma cosa fare di altro per la cultura, per migliorare la città tutto l’anno?
AU: «La Sartiglietta va portata nelle scuole italiane e europee, bisogna far venire qui i ragazzini. Abbiamo feste come il Rimedio, Santa Croce e Bonarcado, che unite a sport, natura e agroalimentare possono fare da richiamo tutto l’anno».
VP: «C’è un killer misterioso che in questi anni ha ucciso il centro storico. Per prima cosa bisogna convocare i commercianti per chiedere cosa vogliono, quali sono i loro problemi. Fare commercio a Oristano è follia. Bisogna rivitalizzare il centro storico con una tantum di sgravi fiscali. Poi proporremo di abolire la Cosap».
AL: «Non si vive di sola Sartiglia, manifestazione che funziona benissimo e alla quale destineremo palazzo Paderi come sede museale. Serve la volontà politica di venire incontro a chi ha il coraggio di aprire serranda. Piano urbano della mobilità non va bene, soprattutto per l’estensione della Ztl».
MO: «Il Comune non da posti di lavoro, ma deve favorire la nascita sviluppo. Col fondo Poic abbiamo finanziato 34 imprese, molte nel centro storico. Ritratteremo il fondo Poic. E nel piano Oristano Est c’è il fondo Creo per le imprese giovanili. Abbiamo ridotto l’Imu nel centro per abbigliamento e calzature e abbiamo eliminato l’imposta di pubblicità».
FM: «Se diventerò sindaco Oristano nel periodo della Sartiglia diventerà un lunapark di intelligenze e di allegrie»
Cinque progetti, cinque comitati che si oppongono. Come vi schierate su Ivi, circonvallazione, termodinamico, via Lepanto e centro storico?
VP: «Sulla Ivi è tutto definito. Si può solo sorvegliare. Sul termodinamico è un problema di collocazione. Sì all’housing sociale, ma non in via Lepanto. La circonvallazione serve, ma deve tornare in Comune per nuova variante».
AL: Sull’Ivi sono per un matrimonio prudente. Sugli altri temi per un divorzio, possibilmente senza pagare alimenti».
MO: «No al termodinamico, perplessità sulla collocazione housing sociale in via Lepanto, isola pedonale con chiusure a tempo e stagionali, concertate con i commercianti.
FM: «Termodinamico no, Ivi sì, circonvallazione è follia, centro storico isola pedonale no, housing sociale non in via Lepanto».
AU: «Il progetto Ivi nonci sarà sino a che non ci sarà ripresa economica. Housing sociale in via Lepanto è progetto sbagliato. Circonvallazione da correggere, no al termodinamico».
Domande dedicate per ciascun candidato. A Maria Obinu è stato chiesto se si sente un clone di Tendas: «Chi mi conosce sa che non mi faccio manovrare, sono cristallina, non ho interessi da tutelare, credo di poter fare il bene della mia città non sono ricattabile. Abbiamo fatto tanto abbiamo anche sbagliato. Errori sono monito»
Per Martinez una domanda sull’ipotesi di professionalità pescate da fuori Oristano: «In base a queste perplessità Michelangelo sarebbe rimasto in Toscana. Se serve, perché no? Oristano deve aprirsi».
A Anna Maria Uras è stato chiesto conto del passaggio da Pd al Pds prima e poi alla civica: «Il Pd si è comportato malissimo. Se avessero fatto le primarie sarei stata candidata due mesi prima. Pd ha svenduto questa elezione con accordi che riguardano la città, elezioni regionali e nazionali,c’è stato un baratto di elezioni future»
Vincenzo Pecoraro ha risposto così alla domanda sul Pds “Partito della Sanità”: «Bisogna santificare chi del Partito dei Sardi ha amministrato la sanità oristanese perché la sanità in questi anni è cambiata in meglio».
Andrea Lutzu, con tante persone di “esperienza” che lo appoggiano, non ritiene che il nome della lista “Città nuova sia improprio: «È corretto. Abbiamo nella nostra coalizione persone concrete, coerenti, di giovani e di esperienza».

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