La Nuova Sardegna

Oristano

Bonarcado non cede alla paura

di Michela Cuccu

Al centro Su Lare, dopo l’attentato, l’incontro dei mediatori. «Accoglienza non solo per i migranti»

21 maggio 2017
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BONARCADO. Una riunione proprio nel luogo oggetto due settimane fa di un attentato incendiario. Su Lare ospiterà la riunione periodica con i mediatori sociali dei dodici centri di prima accoglienza coordinati dalla cooperativa sociale Il Seme di Santa Giusta. La scelta voluta dalla coop e dall’imprenditore Salvatore Angelo Del Rio vuole cancellare la paura nata dalle incomprensioni sul futuro destino di una struttura chiusa e abbandonata da più di dieci anni.

«Qui sorgerà un centro contro le emarginazioni dei più deboli, non solo per migranti, ma soprattutto per disabili, disoccupati, ex detenuti, persone che hanno difficoltà ad inserirsi nella società e in particolare nel mondo del lavoro». Antonello Comina, presidente de Il Seme, ha riassunto così lo scopo di un progetto che, come ha aggiunto il coordinatore dei servizi dei centri di accoglienza per immigrati della provincia di Oristano, Mimmia Fresu «restituirà alla comunità di Bonarcado un capitale che stava definitivamente depauperandosi». Un capitale enorme, se si considera che il centro benessere, trenta bungalow più un corpo centrale con sala congressi, ristorante, centro di fisioterapia, solarium e persino un’area esterna attrezzata per l’aromaterapia, che sorge a pochi metri dalla periferia del paese, era stato costruito con fondi della legge 28. Soldi pubblici che rischiavano di trasformarsi in ruderi. Anche il Comune avrebbe voluto acquisirlo al proprio patrimonio, ma il progetto non è andato in porto per la cronica mancanza di risorse finanziarie. Ieri Fresu ha sottolineato come «sarà la comunità di Bonarcado a beneficiare per prima di questo nuovo progetto. Il primo “dono” che faremo al paese sarà una ricerca archeologica con scavo e recupero, nel nuraghe di su Lare che sorge adiacente alla struttura. Stiamo già lavorando ad un progetto – ha spiegato Comina – che impiegherà, come già avvenuto in diverse altre esperienze nel territorio, i detenuti del carcere di Massama». Un progetto importante, che nella parte che riguarderà i portatori di handicap, vedrà il coinvolgimento di una trentina di associazioni del volontariato. «Questa struttura – hanno spiegato i nuovi proprietari che, assieme all’amministrazione comunale, presenteranno ufficialmente il piano in un incontro previsto per la prima decade di giugno, diventerà un grande laboratorio e incubatore di impresa. Particolare spazio sarà dato all’agricoltura sociale – settore nel quale da sempre opera Il Seme – con il coinvolgimento degli agricoltori del posto che avranno il ruolo di tutor. «In pratica – ha spiegato Comina – saranno loro ad insegnare a coltivare ma saranno anche coinvolti in un progetto per la conservazione e rivalutazione di alcune varietà autoctone come il ciliegio». I progetti interesseranno anche il settore della trasformazione agroalimentare e dell’artigianato. Ci sarà spazio anche per l’accoglienza ai migranti, ambito nel quale Il seme è leader in provincia e ha avviato il confronto con la Prefettura per realizzare un centro per minori non accompagnati nell’hinterland di Oristano. «Anche a Bonarcado ci metteremo a disposizione per svolgere la nostra parte in quella che è considerata la più grande emergenza ma attenzione – ha precisato Comina – il nostro progetto prevede l’inserimento di pochi nuclei familiari che avranno in questo modo anche l’opportunità di inserirsi nel nostro contesto sociale, per un programma di integrazione destinato ad essere il primo del genere in Italia».

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