La Nuova Sardegna

Oristano

L’Arpas: «Simaxis, incongruenze nel cogeneratore»

di Simonetta Selloni
L’Arpas: «Simaxis, incongruenze nel cogeneratore»

L’intervento dopo lo stop imposto dal sindaco Non ci sono miasmi, mancano riscontri alle autorizzazioni

29 aprile 2017
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SIMAXIS. Nessun miasmo dall’impianto di cogenerazione, ma tutta un’altra serie di incongruenze sulla rilevata dall’Arpas. L’Agenzia ha compiuto un sopralluogo dopo la segnalazione dei miasmi percepiti il 26 aprile nel paese, che avevano portato all’intervento dell’amministrazione comunale e dei carabinieri. L’impianto, di proprietà della Groil Srl e Cogen Srl, (che dividono la stessa sede ad Arborea), è al centro dell’ordinanza del sindaco Giacomo Obinu che ha imposto la sospensione in via cautelativa delle attività ad entrambe le ditte. La Groil si occupa del trattamento delle carni e la conseguente trasformazione in grasso animale da bruciare; mentre la Cogen utilizza il combustibile e lo converte in energia. Al momento del sopralluogo, era in funzione la sola parte di impianto della Groil; e infatti la Cogen, ieri, ha inviato al sindaco, alla Polizia locale e all’Ufficio tecnico del Comune di Simaxis una diffida sottolineando di non essere ancora entrata in produzione, lamentando che questo genere di “commistioni” ha già «prodotto un nuovo blocco di istruttoria presso il Gestore dei servizi energetici».

C’è da dire che la stessa Arpas ha però rilevato alcune incongruenze degli impianti rispetto alla documentazione prodotta dalle ditte per l’ottenimento dell’Autorizzazione integrata ambientale. I rappresentanti della Groil hanno dichiarato che le emissioni di miasmi al centro della segnalazione «potevano essere state causate da un malfunzionamento della pompa di trasferimento dell’acqua di colla al serbatoi, verificatosi in fase di avvio della lavorazione. Questo ha costretto a far confluire parte dell’acqua nella vasca dei reflui, aumentandone l’impatto odorigeno». Durante il sopralluogo è stato esaminato quello che dovrebbe costituire il punto di scarico delle acque meteoriche. Dalla tubazione «fuoriusciva un liquido trasparente e vapore», che secondo i rappresentanti di Cogen e Groil sarebbe l’acqua proveniente dal serbatoio di accumulo della condensa utilizzato per l’alimentazione della caldaia. Intanto, osserva l’Arpas, il serbatoio condensa risulta al servizio di entrambi gli impianti. Questo serbatoio è peraltro posizionato nell’area di competenza della Cogen srl, e non è indicata alcuna condotta di collegamento tra lo stesso e la rete di gestione delle acque che porta allo scarico in questione, per il quale, dice l’Arpas, «non risulta riscontro di atto autorizzativo o istanza per lo scarico di acque di condensa». Tra le altre incongruenze: la contabilizzazione delle materie prime utilizzate «parrebbe non in linea con la completa tracciabilità dei sottoprodotti prescritta dalla normativa vigente quale condizione necessaria per la loro trasformazione». Altri rilievi riguardano i rifiuti: le farine prodotte dall’impianto sono state inviate a recupero utilizzando un codice attribuito a fanghi da trattamento sul posto, mentre gli impianti Cogen e Groil non possiedono alcun impianto di trattamento, e il destinatario è abilitato a ricevere il rifiuto in quanto proveniente da impianto di depurazione. Ora, miasmi a parte, bisognerà capire le conseguenze delle osservazioni dell’Arpas rispetto alla funzionalità del cogeneratore.

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