La Nuova Sardegna

Oristano

Barriere di massi per proteggere le coste

di Roberto Petretto
Barriere di massi per proteggere le coste

L’erosione delle falesie e quella della sabbia: un progetto del Comune di San Vero per S’Anea Scoada e Su Pallosu

05 aprile 2017
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ORISTANO. Scogliere che si sgretolano, spiagge che si assottigliano, con il mare che arriva a lambire le fondamenta delle case. Non è uno scenario da apocalisse cinematografica o il frutto delle più pessimistiche previsioni dei climatologi convinti dell’incontestabilità del riscaldamento globale. L’erosione delle coste oristanesi è un dato di fatto. Ci sono dei punti critici in cui è necessario correre ai ripari: in alcune località del Sinis di Cabras, lungo la costa di San Vero Milis e nelle scogliere di tufo del Cuglieritano.

Il Comune di San Vero Milis ha depositato negli uffici del Servizio delle valutazioni ambientali dell’assessorato regionale della Difesa dell'ambiente lo Studio preliminare ambientale relativo al progetto che prevede “Interventi urgenti per la messa in sicurezza dei tratti a maggior rischio e alla mitigazione degli effetti delle dinamiche erosive nei punti di maggior intensità e incidenza della linea costiera”.

Saranno fatti crollare i pezzi di scogliera pericolanti, saranno sistemate delle file di massi in acqua a protezione dei punti critici e nelle spiagge delle palizzate conterranno lo spostamento della sabbia. Le emergenze sono due: a S’Anea Scoada (o S’Arena Scoada, come riporta, con duplice dicitura, lo stesso progetto) e a Su Pallosu, per motivi diversi. Nel primo caso le scogliere a picco sul mare stanno crollando per effetto dell’erosione del vento e del mare. Nel secondo il mare sta divorando la spiaggia.

I risultati di un monitoraggio durato 15 anni, eseguito dai ricercatori del Cnr di Torregrande sulle coste centro occidentali della Sardegna, pubblicato nel 2015, aveva dato un esito tutto sommato positivo, ma più che altro aveva riguardato la diminuzione delle quantità di sabbia nelle spiagge della zona. Non a caso era stato sottolineato il caso dello “spiaggione” di San Giovanni, che era stato pressoché cancellato da una mareggiata di portata eccezionale, salvo ricomparire qualche stagione dopo in tutto il suo splendore.

A San Vero la situazione è differente: S’Anea Scoada presenta situazioni reali di rischio, tanto che alla fine del 2016 la Regione ha finanziato diversi Comuni per la sicurezza delle coste e nell’elenco ha inserito anche San Vero Milis. Un primo intervento da 530mila euro non consentirà di fare moltissimo. Interventi «immediatamente attuabili», che per il sito di S’Arena Scoada prevedono «scogliere, disgaggi (viene provocato il crollo controllato delle parti di cogliera pericolanti)e infrastrutture per la sicurezza».

Il cosiddetto “disgaggio” prevede un intervento «per rimuovere condizioni di instabilità di parti di falesia anticipandone il loro crollo naturale». Tratti di costa dove è pericoloso avvicinarsi «sia dall’alto che dal basso». Operazioni da effettuare con un escavatore dotato di martello demolitore.

Per il sito di Su Pallosu «viene privilegiato un intervento di tipo “morbido” con palificata e gecontenitori in fibra naturale».

Le simulazioni al computer di come potrebbe essere realizzato il progetto sono eloquenti. Rimane però il fatto che si tratta di un intervento limitato: per mettere mano in modo più completo al problema sarebbe necessario un altro intervento da almeno un milione e 600mila euro.

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