La Nuova Sardegna

Oristano

società di trasporti

Bancarotta fraudolenta chiesta doppia condanna

Bancarotta fraudolenta chiesta doppia condanna

ORISTANO. Pende sugli imputati come una spada di Damocle la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Rossella Spano. L’accusa è di bancarotta e coinvolge l’oristanese Francesco Mura,...

05 aprile 2017
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ORISTANO. Pende sugli imputati come una spada di Damocle la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Rossella Spano. L’accusa è di bancarotta e coinvolge l’oristanese Francesco Mura, già coinvolto in vicende simili. Un tempo era stato uno degli imprenditori più affermati del settore dei trasporti, ma i guai giudiziari l’hanno fermato già da diversi anni. Vecchie condanne sono già definitive e ora rischia cinque anni. Secondo la pubblica accusa infatti, assieme all’amministratore della società Gst, il milanese Davide Bonifini, avrebbero costruito un piano per incassare dei soldi attraverso operazioni poi non registrate o delle quali comunque non c’era traccia perché i libri contabili che avrebbero dovuto rendere trasparenti tutti i movimenti della società non sono mai stati ritrovati.

I giudici del collegio presieduto da Carla Altieri, a latere Maurizio Lubrano e Giuseppe Carta, prenderanno una decisione il 21 aprile. Per Francesco Mura la richiesta di condanna è di cinque anni e due mesi, per Davide Bonifini di dieci mesi. Secondo la ricostruzione fatta durante le indagini nelle loro tasche sarebbero finiti i soldi della vendita di un numero notevole di rimorchi e veicoli che erano in possesso della Gst. L’incasso fu di diverse migliaia di euro, ma di quei soldi non ci sarebbe stata traccia al momento del fallimento.

Sin qui le accuse, ma ieri è stato dato ampio spazio alle difese che hanno sostenuto le proprie ragioni. Secondo gli avvocati Agostinangelo Marras e Alessandra Borrodde che difendono Francesco Mura il tutto fu regolarmente registrato e l’assenza delle scritture contabili è invece da imputare all’amministratore. Davide Bonafini, difeso dall’avvocato Rita Violante, respinge questa versione e scarica le colpe su Francesco Mura. Il suo legale ha ricordato come da poco tempo fosse amministratore e per giunta non avesse le chiavi di gestione della società.

La sentenza arriverà il 21 aprile. (e.c.)

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