La Nuova Sardegna

Oristano

Ponteggio crolla a due passi dalla scuola

Poco prima dell’uscita dei piccoli dall’istituto per l’infanzia di via Lanusei ha ceduto l’impalcatura di una casa vicina

25 marzo 2017
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ORISTANO. La campanella dell’uscita sarebbe suonata una decina di minuti più tardi. Ci sarebbero state le mamme e i bambini della scuola dell’infanzia di via Lanusei e lì sarebbero passate diverse auto. Invece attorno all’una e un quarto del primo pomeriggio di ieri, la strada era per incanto deserta esattamente come in un giorno di piena estate col sole a picco e il vento di scirocco che soffia forte proprio come ha fatto ieri. Dentro casa invece ci sono alcune persone che stanno preparando il pranzo o che già mangiano quando sentono un forte botto. Tutte pensano sia stato scaricato del materiale nel cantiere edile all’interno della scuola dove gli operai hanno ripreso i lavori di ristrutturazione all’edificio, per cui non si affacciano immediatamente alla finestra pensando che il rumore sia dovuto proprio a quello.

La tragedia mancata. Invece sbagliano: non dalla scuola. Il frastuono che dura pochi istanti arriva dal numero civico 37, dove il piccolo impresario edile Alessandro Asunis sta portando avanti dei lavori di ristrutturazione per una casa a tre piani, accompagnati da opere di demolizione dei muri ormai instabili. Uno era stato abbattuto proprio ieri mattina: era quello della facciata del primo piano su cui poggiava il ponteggio. La fortuna, ieri pomeriggio, è anche dalla parte del muratore. Dieci minuti prima di quel rumore assordante aveva lasciato il luogo di lavoro. «Avevo fame e sono andato via», racconterà qualche ora più tardi, quando tutti ormai sanno cos’è accaduto e parlano di mancata tragedia.

Il crollo dell’impalcatura. In via Lanusei un forte colpo di vento ha appena piegato di netto i tubi metallici dell’impalcatura su cui stava lavorando sino a pochi attimi prima proprio Alessandro Asunis. Il ponteggio si piega, collassa sul furgone da lavoro parcheggiato a fianco e piomba sulla strada facendo cadere qualche metro più in là le spigolose e pesanti lastre di metallo utilizzate come passerelle per gli operai che devono spostarsi tra i vari punti dell’impalcatura. L’atterraggio al suolo non è certo morbido, ma fortunatamente nessuno passa di lì in quell’attimo che poteva essere fatale.

I primi interventi. Quando ci si accorge cosa sia accaduto, scatta l’allarme. Il primo pensiero è che ci sia qualcuno intrappolato in mezzo a ferraglie e detriti. Fortunatamente non sarà così. La polizia locale blocca l’accesso alla zona su entrambi i lati della via, mentre i vigili del fuoco compiono le prime verifiche che riportano serenità: nessuno era nel cantiere, nessuno passava sul marciapiede o per strada, nessuno si è fatto male. È a quel punto che iniziano gli accertamenti per capire cosa sia accaduto.

La dinamica dell’incidente. I funzionari dell’ispettorato per il lavoro iniziano la loro analisi di quella che sembra una scena presa in prestito dai luoghi del terremoto. L’ipotesi più probabile è che la colpa sia del vento. L’abbattimento della parete avvenuto proprio in mattinata ha lasciato il ponteggio esposto alle forti folate. In più, i lunghi teloni, utilizzati per evitare che la polvere dei lavori si spargesse ovunque, creano l’effetto vela che ha amplificato la potenza del vento. La struttura metallica deve così reggere una forza per cui, probabilmente, non era adeguata. E così piomba al suolo. Ci vorrà parecchio lavoro, più tardi, perché l’area sia sgomberata con i mezzi della Cooperativa Sacro Cuore.

I vicini di casa. La signora Marisa Diana racconta che stava pranzando: «Ho sentito il rumore fortissimo, ma siccome era venerdì, ho pensato che stessero scaricando del materiale nel vicino cantiere della scuola. Solo dopo mi sono accorta di tutto». Stesse parole che ripete Gianfilippo Marras: «Ero rientrato a casa dal lavoro pochi minuti prima. Ho continuato a pranzare tranquillamente perché non è infrequente sentire rumori del genere col cantiere della scuola attivo». Invece quello era il suono della tragedia mancata, che le mamme che pochi istanti dopo si recavano a scuola per prendere i loro piccoli fortunatamente non hanno fatto in tempo a sentire.

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