La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi mai commessi, assolto operatore

di Simonetta Selloni
Abusi mai commessi, assolto operatore

Palmas Arborea. La Cassazione lo scagiona dalle accuse di violenza, anche sessuale, su un ospite di Casa Serena

23 febbraio 2017
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PALMAS ARBOREA. Non ci fu alcun trattamento “speciale” – per l’accusa maltrattamento –, riservato a un vecchietto particolarmente problematico che nel 2010 era ospite della struttura per anziani Casa Serena. E nemmeno ci fu la violenza sessuale di cui l’anziano aveva detto esser stato vittima. Nulla: la formula “perché il fatto non sussiste”, messa nero su bianco dalla Corte di Cassazione nella sentenza per i presunti abusi a C asa Serena, dice intanto questo: non sussiste, ovvero non ci fu. Dice molto di più, la pronuncia della Terza sezione della Suprema corte, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal procuratore generale presso la Corte d’appello di Cagliari Pelagatti: restituisce la patente di persona onesta a Pier Paolo Murru, l’infermiere di Villaurbana condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi per maltrattamenti e abusi sessuali, ma assolto in appello. Un’assoluzione al centro del ricorso, e diventata definitiva il 17 febbraio scorso, con la pronuncia della Corte di Cassazione che mette la parola fine a una vicenda costata all’uomo e alla sua collega Simonetta Pili la carcerazione, poi i domiciliari e quindi una vicenda processuale che si conclude soltanto a sette anni dal suo inizio. Ma che nel tempo è andata perdendo pezzi: Simonetta Pili è stata assolta nel processo di primo grado, (ottenendo anche un risarcimento per l’ingiusta detenzione); la sentenza non era stata appellata dal pm, mentre Murru era stato condannato a 5 anni e quattro mesi. Nel processo d’appello Murru, difeso dall’avvocato Pier Luigi Meloni era stato assolto, ma contro questa pronuncia aveva proposto ricorso per Cassazione il procuratore generale Pelagatti.

Le motivazioni della decisione della Suprema corte non si conoscono ancora. Ma il teorema accusatorio risulta totalmente destituito di fondamento, e ridimensiona totalmente le accuse tremende mosse dall’anziano, che aveva confidato alla direzione della struttura e ai suoi familiari maltrattamenti e sevizie attuate con un bastone. Uno scenario da brivido privo di riscontri probatori, considerato che già in primo grado si era dimostrata estremamente debole. La società di gestione di Casa Serena era rappresentata dall’avvocato Francesco Corrias, l’anziano dall’avvocato Giuseppe Corronca.

Murru aveva sempre sostenuto la propria innocenza. Ora può dirlo, nel nome del popolo italiano.

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