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Centro polifunzionale, non solo un museo

Centro polifunzionale, non solo un museo

TRESNURAGHES. La Planargia si arricchisce di un nuovo gioiello per la promozione culturale e turistica del paese e del territorio. Sabato è stato inaugurato a Tresnuraghes il Museo Casa Deriu, che...

21 febbraio 2017
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TRESNURAGHES. La Planargia si arricchisce di un nuovo gioiello per la promozione culturale e turistica del paese e del territorio. Sabato è stato inaugurato a Tresnuraghes il Museo Casa Deriu, che diventa anche Centro culturale polifunzionale. Insomma la struttura «non è un semplice museo, ma un luogo che si candida a essere polo intorno al quale far gravitare le attività culturali: tramite per esportare l’immagine di Tresnuraghes», spiega Pier Tonio Pinna, curatore del progetto insieme ad altri titolati colleghi. «Tresnunraghes è un bel posto, vale la pena valorizzarlo», esordisce infatti, in avvio del convegno che ha preceduto l’inaugurazione, Antonella Unali, co-curatrice dell’allestimento. Per tutta la mattinata nel centro di aggregazione Mastinu-Marras, a due passi dalla casa museo, si sono susseguiti gli interventi di un nutrito gruppo di relatori, dopo i saluti del sindaco Salvatore Angelo Zedda e della vice sindaco Emmanuela Soggiu. Sul fronte culturale il museo, quale istituzione scientifica, può essere un valido ponte fra le città universitarie e gli oltre 300 comuni dell’isola, la convinzione.

Davide Tomassi e Alessandro Ponzeletti, rispettivamente restauratore e storico dell’arte, hanno invece illustrato alcuni aspetti scientifici, mentre Alberto Sechi, già presidente del centro Mastinu-Marras, ha ripercorso la storia dei “desaparecidos” sardi e del Centro per la Tutela dei diritti Umani, che ha sede proprio a Tresnuraghes. Dopo il taglio del nastro e l’esibizione del Gruppo Folk S. Giorgio, l’altro co-curatore Giovanni Andrea Deriu ha spiegato invece i contenuti del percorso museale, in una struttura recuperata grazie ad ingenti risorse provenienti da fondi europei, regionali e comunali. La struttura può essere visitata da tutti, con la possibilità di ammirare l’emeroteca storica, «una fra le più importanti a livello regionale e nazionale». Le collezioni esposte sono tutte di proprietà del comune. «Si tratta di parte degli arredi originali della casa, di un cospicuo corpus di volumi giuridici e teologici editi tra la fine del ’600 e i primi decenni del ’900, con circa 1.000 volumi, oltre ad un fondo documentario con circa 600 documenti», i reperti. In un percorso che, conclude Pier Tonio Pinna «rappresenta un viaggio unico e interessante nella società borghese del XVIII- XIX secolo. Attraverso la storia di una famiglia sarda infatti si ramifica la storia, cronaca, politica di quell'epoca». Prossimo passo il riconoscimento del Museo da parte della Regione, perché possa essere inserito fra gli itinerari culturali dell’isola. (al.fa.)

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