La Nuova Sardegna

Oristano

Paziente deceduto chiesti i danni alla Casa di cura

Paziente deceduto chiesti i danni alla Casa di cura

Il processo per la morte avvenuta in seguito a un intervento Le parti civili: «La Clinica dev’essere responsabile civile»

17 gennaio 2017
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ORISTANO. Il giudice dice sì ai riti abbreviati. Dopo il patteggiamento del primario del reparto di Chirurgia della casa di cura Madonna del Rimedio, sono state quindi accolte le altre due richieste della difesa. Ma la vera novità al processo per la morte del paziente Massimo Cenedese è che le parti civili, rappresentate dagli avvocati Luigi Concas, Edoardo Vassallo, Valerio Martis ed Ezio Ullasci, hanno chiesto la citazione della stessa Casa di cura in qualità di responsabile civile.

Ovviamente la mossa è legata alla questione del risarcimento danni e un’eventuale chiamata in causa della Clinica di via Giotto verrà comunicata il 3 marzo, data in cui le controparti saranno nuovamente di fronte al giudice per le udienze preliminari Elisa Marras. Quest’ultima aveva già accolto il patteggiamento a otto mesi del dottor Angelino Gadeddu, colui che effettuò l’intervento chirurgico di asportazione di un polipo nel gennaio del 2015. In seguito a quell’operazione, il paziente subì, secondo quanto ricostruito dal consulente tecnico del pubblico ministero Andrea Chelo, una lacerazione dell’intestino che causò la successiva infezione e quindi portò Massimo Cenedese – aveva 43 anni – alla morte avvenuta all’ospedale di Sassari dov’era stato tentato un estremo tentativo di salvare il paziente. Era il 4 febbraio del 2015 e subito dopo iniziò l’inchiesta figlia della denuncia della moglie del paziente.

L’accusa di omicidio colposo legato all’attività medica, da quel momento, ha riguardato anche i medici Monica Perra, Giuliana Casula e Roberto Pisanu. Per questi ultimi due il processo si chiuderà con il rito abbreviato che sarà discusso nell’udienza del 3 marzo. È stata così accolta la richiesta degli avvocati difensori Marcello Sequi e Agostinangelo Marras, mentre per la dottoressa Monica Perra, assistita dall’avvocato Leonardo Filippi, si deciderà esclusivamente sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento. Sono comunque provvedimenti che matureranno dopo lunga riflessione e tutto è rimandato a marzo, quando si capirà se anche la clinica potrà essere chiamata a dover risarcire la moglie, il figlio e tutti gli altri familiari che si sono costituiti parte civile. (e.c.)

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