La Nuova Sardegna

Oristano

Seneghe, “Cabudanne de sos poetas” da incorniciare

SENEGHE. L’edizione 2016 del Cabudanne de sos poetas, sarà sicuramente ricordata come una delle migliori in assoluto. Un’organizzazione senza sbavature, curata nei minimi particolari da un gruppo di...

11 settembre 2016
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SENEGHE. L’edizione 2016 del Cabudanne de sos poetas, sarà sicuramente ricordata come una delle migliori in assoluto. Un’organizzazione senza sbavature, curata nei minimi particolari da un gruppo di giovani locali, ha garantito un risultato pressoché perfetto.

Quattro giorni di grandi eventi, tutti seguiti da un pubblico attento e numeroso che ha riempito le piazze del centro storico e gli antichi cortili aperti per l’occasione. Ma la carta vincente della 12esima edizione del Cabudanne, è stata senza dubbio l’attore ravennate Roberto Magnani, grandissimo interprete e divulgatore del Teatro della “No scuola”, creata dal Teatro delle Albe di cui fa parte.

Il Cabudanne, organizzato dall’associazione culturale Perda Sonadora, in collaborazione con il Comune e con altri enti, ha fatto registrare non meno di 5 mila presenze. A lavorare a pieno ritmo sono stati anche bar, pizzerie e luoghi di ristoro: «Abbiamo registrato il tutto esaurito fin da alcuni giorni prima che iniziasse la manifestazione - dicono i titolari delle strutture ricettive locali -. Il Cabudanne è un evento che richiama sempre un gran numero di presenze, ma quest’anno è stato davvero da incorniciare».

Seneghe, quindi, capitale italiana della poesia, e non solo, per quattro giorni. Poeti, musicisti, tenores, editori, docenti universitari, giornalisti, hanno dato vita a un evento culturale di livello elevatissimo, rivolto non a vacanzieri o a turisti distratti, ma a un pubblico di intenditori.

«Non mi era mai capitato di vedere un festival così partecipato», ha detto la poetessa Patrizia Valduga. Bejan Matur, poetessa e scrittrice curda: «Da qui emerge il grande cuore degli organizzatori del Festival, che ogni anno scelgono, coraggiosamente, di dare voce a chi, quella voce, vorrebbe far tacere». Cabudanne de sos poetas, nonostante non disponga di grandi budget economici, cresce di anno in anno. I laboratori proposti, di teatro, fotografia, musica, fanno registrare la partecipazione decine di ragazzi. Sono stati oltre quaranta i ragazzi, dai sei ai tredici anni, guidati dai bravissimi Mariano Mastinu e Domenico Cubeddu, che hanno dato vita al “Don Giovanni Maradittu”, riduzione in sardo della celebre commedia di Molière, e al laboratorio musicale “orecchie dritte” curato da Simone Marzocchi. Degni di nota gli allestimenti e le animazioni realizzate da Gabriele Lo Piccolo, bravissimo motiongrapher seneghese, le riprese video del regista Luca Manunza, i servizi fotografici di Stefano Flore, Roberto Piu e i laboratori nella biblioteca comunale, tutti molto partecipati.

Piero Marongiu

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