La Nuova Sardegna

Oristano

condannato doddore meloni

La difesa in limba non basta per ottenere l’assoluzione

ORISTANO. Ha parlato in sardo per oltre mezz’ora, con un traduttore che in simultanea riferiva ai giudici. Ma le dichiarazioni spontanee rese per la prima volta in “limba” dal leader indipendentista...

28 giugno 2016
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ORISTANO. Ha parlato in sardo per oltre mezz’ora, con un traduttore che in simultanea riferiva ai giudici. Ma le dichiarazioni spontanee rese per la prima volta in “limba” dal leader indipendentista di Meris, Salvatore noto Doddore Meloni, non hanno convinto la Corte d’Appello di Cagliari che ha confermato la condanna a tre anni inflittagli dal Tribunale di Oristano. Era accusato con una parente di false fatturazioni e false attestazioni, in merito alla gestione di un’attività nell’Oristanese. Il sostituto procuratore generale Michele Incani ha attaccato il leader indipendentista di Terralba, accusandolo di volersi difendere dal processo e non nel processo. «La conferma della condanna a tre anni per evasione fiscale - commenta Meloni - non è l’ennesima batosta giudiziaria, ma la prima pietra della futura indipendenza della Sardegna». Meloni ringrazia i giudici per avergli consentito, prima volta in assoluto, di difendersi in sardo. E ringrazia la Corte anche per «avere sventato, consapevolmente o inconsapevolmente la trappola escogitata dall’accusa che chiedeva il respingimento del ricorso per non aver scritto nella memoria d’appello il contenuto delle mie dichiarazioni spontanee oggi espresse in limba».

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