La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, traffico di droga: condanne definitive

di Francesco G. Pinna
Oristano, traffico di droga: condanne definitive

No della Cassazione al ricorso dei 12 condannati per commercio internazionale. Otto i sardi coinvolti, da Terralba a Cagliari

24 aprile 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Giovedì la sentenza della Corte di Cassazione che ha reso definitive le sentenze di condanna pronunciate in primo e in secondo grado, all'alba di ieri mattina il blitz dei carabinieri dei comandi provinciali di Cagliari, Oristano e Caserta e del Reparto territoriale di Olbia che ha permesso di esegurie i conseguenti ordini di carcerazione per l’ espiazione della pena.

Sono bastate meno di 24 ore per mettere il sigillo finale all'Operazione Porsea, che nel 2012, dopo una lunga e complessa indagine, aveva permesso ai Carabinieri di Oristano di sgominare una associazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, in particolare eroina e cocaina, che operava tra Campania, Liguria e Sardegna, dove aveva una base logistica importante a Terralba.

Dietro le sbarre (ma diversi provvedimenti sono stati notificati agli interessati in carcere o agli arresti domiciliari) sono finiti tre stranieri, una donna di Castel Volturno e otto sardi. Gli stranieri sono il keniota Ahmed Bilali, 54 anni, attualmente ospite della comunità terapeutica Maltana di Olbia, che deve scontare ancora 20 anni di reclusione, la nigeriana Obameda Gladys, residente a Selargius (pena residua da scontare quattro anni, tre mesi e due giorni), e la lituana Irina Tureckaja, 43 anni, residente e Quartu Sant'Elena (pena residua cinque anni e quattro mesi).

A Castel Volturno, in provincia di Caserta, è stata arrestata invece Giuseppina Balsamo, che deve ancora scontare tre anni e quattro mesi. Il nome di spicco della pattuglia di sardi coinvolta nell'inchiesta è quello di Romina Sorgia, 45 anni, di Terralba. Il suo debito con la Giustizia è di 13 anni, quattro mesi e 28 giorni di carcere. Lei era la compagna di uno dei capi della organizzazione, Ibrahim Bilali, il pugile keniota medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Losa Angeles del 1984 arrestato nel 2008 ad Arborea con un centinaio di ovuli pieni di droga in pancia.

L'elenco dei sardi condannati giovedì in via definitiva comprende poi anche Pinello Sorgia, 70 anni, anche lui di Terralba (pena residua quattro anni), il pregiudicato cagliaritano Armando Mura, di 60 anni (pena residua sette anni, otto mesi e 28 giorni), il pluripregiudicato Cristian Pireddu, 22 anni, anche lui di Cagliari (pena residua otto anni, 11 mesi e 20 giorni), il commerciante di Monserrato Paolo Mascia, 42 anni (pena residua sei anni, nove mesi e nove giorni), il suo compaesano Pasquale Manca, 42 anni (pena residua quattro anni, 11 mesi e sei giori), il disoccupato di Quartu Sant'Elena Emiliano Moi, 33 anni (tre anni, 11 mesi e quattro giorni) e FabrizioSabiu, 47 anni, anche lui di Monserrato (cinque anni, 11 mesi e un giorno).

Come ha confermato la sentenza dei giudici romani, l'organizzazione era controllata da un ristretto gruppo di immigrati keniani che avevano come basi operative la Campania e la Sardegna e riciclavano i proventi del traffico di droga acquistando trattori e attrezzature agricole da rivendere nei loro paesi. La cocaina e l'eroina arrivavano dal Venezuela e dal Suriname, transitando di volta in volta tra la Spagna, il Nord Africa, l'Inghilterra e l'Olanda prima di arrivare nella penisola. Per il trasferimento in Sardegna il metodo più usato era quello degli ovuli ingeriti dai corrieri e tra questi, assieme agli stranieri c'erano anche diversi sardi incensurati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative