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Edificio comunale demolito, il caso è stato archiviato

Edificio comunale demolito, il caso è stato archiviato

AIDOMAGGIORE. Nessuna procedura scorretta, nessun reato, nessuna sanzione. Si è chiusa con un non luogo a procedere l’ indagine avviata più di un anno fa in seguito alla demolizione di un edificio...

20 aprile 2016
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AIDOMAGGIORE. Nessuna procedura scorretta, nessun reato, nessuna sanzione. Si è chiusa con un non luogo a procedere l’ indagine avviata più di un anno fa in seguito alla demolizione di un edificio comunale del centro storico. La Procura ha archiviato il caso e inoltre è stato accolto il ricorso straordinario presentato al Presidente della Repubblica dagli avvocati Roberto Dau e Giovanni Luigi Machiavelli per ottenere l’annullamento dei provvedimenti emessi dalla Regione.

La vicenda era iniziata nel 2014, un anno dopo l’abbattimento di un fabbricato in via Binzale disposto per fare spazio a un parcheggio e migliorare la viabilità. Il Servizio Tutela del Paesaggio delle province di Oristano e Medio Campidano informava l’ente che quel provvedimento era subordinato al rilascio di un’autorizzazione paesaggistica. L’amministrazione chiese allora l’accertamento di conformità paesaggistica dell’intervento. L’istanza fu trasmessa alla Sovrintendenza competente dall’organismo di tutela della Regione, secondo cui quell’intervento aveva determinato «una modifica della trama viaria e alterato i profili stradali arrecando un danno al patrimonio storico e culturale del paese».

Sulla scorta di queste valutazioni la Sovrintendenza di Cagliari e Oristano esprimeva un parere negativo sulla conformità paesaggistica e il Servizio provinciale di Tutela ordinava al Comune il ripristino dello stato dei luoghi. Attraverso i suoi legali l’amministrazione di Adele Virdis si appellava al Capo dello Stato adducendo una serie di argomentazioni che si sono rivelate convincenti. Nella relazione si cita una violazione dell’articolo 146 del Codice dei Beni culturali, l’irragionevolezza dell’ordine di rimessione dello status quo, un difetto di motivazione per mancata indicazione delle modalità di esecuzione dell’intervento di ripristino e l’omessa indicazione dei valori paesaggistici violati. Senza contare che, secondo l’ente proprietario, l’immobile non aveva alcun valore storico o architettonico e versava in pessimo stato di conservazione rappresentando un pericolo.

Il ricorso era stato presentato nel luglio del 2014. Il 21 marzo di quest’anno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto che recepisce il parere con cui il Consiglio di Stato accoglie il ricorso «fatti salvi gli ulteriori provvedimenti dell’amministrazione». (mac)

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