La Nuova Sardegna

Oristano

Minacce alla Soprintendenza dopo l'attacco di Pili: a Mont'e Prama carabinieri e polizia

Carabinieri a Mont'e Prama
Carabinieri a Mont'e Prama

Gli archeologi difendono il proprio lavoro e l'uso di una piccola ruspa nell'area dello scavo: "Serve a spargere dei materiali inerti per la costruzione di sentieri"

13 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. La risposta alle accuse del deputato Mauro Pili da parte della Soprintendenza è di quelle che lasciano il segno: «Solo falsità e spregiudicate invenzioni che oltre a veicolare informazioni false e infondate stanno alimentando un clima di odio esasperato che si è già tradotto sul web in minacce di morte e ingiurie inaccettabili rivolte al personale della Soprintendenza». Il soprintendente  Marco Minoja ha risposto così, mercoledì mattina, in conferenza stampa all'attacco sferrato dal parlamentare sardo sul suo profilo Facebook a corredo di un filmato in cui si vede un piccolo escavatore che opera nel sito di Mont'e Prama, dove è in corso una campagna di scavi finanziata dal ministero dei Beni culturali e appaltata dalla società Arcus alla Cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.12770265:Video:https://video.gelocal.it/lanuovasardegna/locale/mont-e-prama-la-ruspa-in-azione-negli-scavi-archeologici/50356/50470]]

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.12770013:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2016/01/13/news/scontro-a-colpi-di-ruspa-a-mont-e-prama-1.12770013]]

Le minacce arrivate via social network ieri mattina hanno provocato anche un intervento cautelativo dei carabinieri e della Digos. La conferenza stampa si è svolta proprio davanti all'escavatore in dotazione al cantiere. Un mezzo utilizzato per ricoprire con ghiaino sterile le aree calpestabili della necropoli nuragica interessata in questi mesi dai lavori. «Quelle dell'onorevole Pili sono accuse infondate che hanno già preso una bruttissima piega, un pretesto per dipingere la Soprintendenza come un branco di delinquenti», ha spiegato il responsabile dello scavo, Alessandro Usai, sottolineando che nel filmato postato su Facebook l'escavatore non era impegnato in uno scavo archeologico ma stava semplicemente spostando un pò di terra di riporto per sagomare una rampa in un punto del cantiere nel quale non ci sono reperti da riportare alla luce.

Pili aveva parlato di «condotta criminale» favorita da «negligenza, menefreghismo e superficialità» e si era appellato alla Procura della Repubblica e al Nucleo Beni archeologici perché fermassero «questo nuovo e documentato sfregio alla civiltà nuragica». Messe da parte le polemiche, il soprintendente Minoja ha assicurato che la Soprintendenza continuerà a lavorare con rigore e correttezza come ha sempre fatto per la conoscenza e la tutela del sito archeologico di Mont'e Prama annunciando comunque che provvederà a difendersi in tutte le sedi competenti dall'aggressione verbale e dalle minacce di cui è stato e continua ad essere bersaglio.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative